L’operazione Duvan Zapata è stata una sorta di lusso per l’Atalanta. L’attaccante colombiano è infatti arrivato a Bergamo questa estate in prestito dalla Sampdoria, con una manovra alquanto onerosa per la società nerazzurra: 14 milioni di euro e un diritto di riscatto fissato a 12. Insomma, una cifra importante.
Dopo solo un anno in maglia blucerchiata, il trasferimento del giocatore classe 1991 è sembrato un po’ un fulmine a ciel sereno, tanto da far pensare a qualche divergenza interna, magari con l’allenatore. Eppure fino ad aprile tutto pareva andare per il meglio e lo stesso Zapata si dichiarava contento e desideroso di fermarsi per molto tempo a Genova. Poi la fine del campionato, l’apertura del mercato e il forte sentore da parte del calciatore di non rientrare più nei piani della Sampdoria, indirizzata già su Defrel.
Giocatore navigato della nostra Serie A, Duvan Zapata a Udine era considerato un mediocre, addirittura uno scarpone.
(immagine Getty)
Alla Samp, invece, il colombiano si è totalmente riscoperto fino a diventare uno degli attaccanti più incisivi del campionato: le sue caratteristiche di grande fisicità hanno spinto Giampaolo a cambiare alcuni particolari per sfruttarlo al meglio, spingendo la squadra a verticalizzare di più verso il terminale offensivo.
Sulla carta, il binomio Zapata-Atalanta si presentava perfetto per le caratteristiche di gioco di Gasperini e per l’uso che il mister fa del centravanti, ossia tenere impegnati i difensori ‘liberando’ così i tanti giocatori alle sue spalle e sugli esterni. A oggi, tuttavia, questo connubio è ancora in fase di rodaggio, vuoi anche per le inaspettate difficoltà che la Dea sta incontrando, soprattutto conseguenti all’ eliminazione dall’Europa League. Gli orobici fanno una tremenda fatica a trovare la porta, dalla doppia sfida contro il Copenhagen qualcosa sembra essersi inceppato.
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Nella scorsa stagione, Atalanta-Sampdoria fu vinta dai blucerchiati proprio grazie a una rete di Zapata. E’ arrivato il momento del riscatto sia per i bergamaschi, sia per l’attaccante: ma soprattutto il momento di dimostrare alla sua nuova squadra che, di dargli fiducia e volerlo fortemente in maglia nerazzurra, ne è valsa veramente la pena.
Daniela Russo