Le mani che si intecciano a formare due aquile: così i due svizzeri Xhaka e Shaqiri hanno esultato, allo stesso modo, alle reti che hanno consegnato ai rossocrociati la vittoria contro la Serbia. Una partita nella partita, perchè i due calcitaori hanno origini kosovare e il gesto (chiaro richiamo alle due aquile della bandiera del’Albania) è una provocazione agli avversari di chiaro colore politico.
Granit Xhaka e Xherdan Shaqiri hanno storie assai simili alle spalle: Granit è figlio di un prigioniero, detenuto tre anni per aver manifestato contro il governo jugoslavo in Kosovo e in seguito emigrato in Svizzera dove Xhaka ha avuto i natali; Xherdan invece nasce in Kosovo prima di trasferirsi in Svizzera con i suoi nel bel mezzo del conflitto balcanico. Il legame di Shaqiri con la sua terra d’origine è evidente dagli scarpini del calciatore: uno dedicato alla Svizzera, l’altro al Kosovo.
La scelta del giocatore era stata ampiamente contestata dal Consigliere Comunale UTD, che aveva letto nella scelta della doppia bandiera sulle scarpe una chiara provocazione ai Serbi: “Se la Federazione svizzera permette a Shaqiri di indossare quegli scarpini, vuol dire che i nostri dirigenti sono totalmente imbecilli“. A questo si è aggiunto il doppio gesto fatto con il compagno di squadra, la Fifa ora non può restare indifferente: da sempre infatti la Federazione osteggia ogni forma di messaggio politico più o meno implicito durante le gare e pertanto non è da escludere una possibile sanzione.
Dalla parte dei connazionali, invece, si schiera Stephan Lichtsteiner: “I Serbi ci stavano provocando da giorni, Xhaka e Shaqiri hanno fatto bene: loro non sono mica angeli”, ha dichiarato, secco, il Capitano della Svizzera.
Daniela Russo
(immagine copertina the sun)