Wimbledon, Federer lettera dal cuore a medici, infermieri e fan

La lettera del grande tennista per l'emergenza Covid 19

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Aveva twittato “Devastato” Roger Federer, dopo l’annuncio dell’annullamento di Wimbledon 2020 a causa dell’emergenza Coronavirus che sta mettendo in ginocchio tutto il mondo, Olimpiadi comprese.

E per uno che quello Slam l’ha vinto 8 volte è veramente devastante. 

 

Uno stop del torneo più atteso e più prestigioso del tennis mondiale non accadeva dal ’45, anno dalla Seconda Guerra Mondiale. 

Il Camp Nou per Messi è come Wimbledon per Federer. Il suo habitat naturale.

L’erbetta, la classe, l’eleganza, lo stile vintage, il tradizionale dress code. L’All England Club e Roger sono stati creati per stare insieme. Due pezzi di un puzzle che si incastrano alla perfezione.

L’ex numero 1 del mondo ha così dedicato un forte video-messaggio, postato sui suoi profili social e su quello dei Championships, ai medici e agli infermieri che in questo periodo difficile lottano quotidianamente in prima linea. 

Sin dal 1877, i fan di Wimbledon hanno dimostrato sempre grande amore per il torneo. L’abbiamo seguito attraverso diversi tipi di schermo, a tutte le ore del giorno e della notte, venendo da lontano, probabilmente anche in coda…delle volte interminabili. Questa estate, purtroppo, dobbiamo restare uniti ma stando separati. Nessuna tenda verrà montata, nessun record verrà infranto, nessun trofeo inciso con il nome del vincitore. Ma come vi ringraziamo per la vostra passione e supporto, ricordiamo a noi stessi che saranno incoronati altri innumerevoli campioni. I medici e gli infermieri in prima linea di tutto il mondo stanno lottando per noi: tifiamo per loro. Per ora, con il gioco è sospeso: restiamo uniti nella speranza che domani sia meglio di oggi.

Lo svizzero saluta così la 134ma edizione di Wimbledon, ricordando che per questa volta non ci sarà il tifo per lui, per Nadal o per Djokovic. Saremo tutti insieme contro quel maledetto virus. Uniti, quando arriverà il sereno, nell’alzare quel trofeo insieme. 

Sara Montanelli