Josè Mourinho, dopo ben 338 giorni di assenza, torna in panchina e lo fa a modo suo.
Profilo basso e in punta di piedi: il tecnico ha firmato un contratto con gli Spurs fino al 2023 e intascherà 17,5 milioni lordi a stagione. È tornato in pista prendendo il posto di Pochettino alla guida del Tottenham, le sue prime parole durante la conferenza di presentazione sono proprio per l’ex allenatore:
“Devo congratularmi per il lavoro che ha svolto. Questo club sarà sempre la sua casa, questo campo di allenamento sarà sempre il suo campo di allenamento. La porta sarà sempre aperta per lui. Ritroverà felicità, lavorerà in un grande club e avrà un grande futuro”.
Mou è il solito Mou, quando un giornalista gli chiede, nel corso della conferenza, se a suo parere la finale di Champions persa contro il Liverpool abbia avuto un impatto negativo sul Tottenham, lo Special One si fa riconoscere:
“Non lo so perché non ho mai perso una finale di Champions League”.
Musica per le orecchie di chiunque faccia il tifo per lui.
Mourinho è l’uomo Tottenham. Come ha già dimostrato con le altre squadre che ha allenato in passato è molto legato ai colori della maglia che allena. È la sua casa. La sua famiglia. E l’ha sempre saputo dimostrare molto bene, gli interisti ne sanno qualcosa:
”Penso di essere il signor Porto e il signor Real Madrid, ma anche il signor Inter e il signor Chelsea e Manchester United. Sono il club in cui mi trovo. Indosso e dormo con il pigiama della mia società. Sono un uomo di club, ma non un uomo di molti club”.
Il nuovo tecnico sembra soddisfatto della scelta che ha fatto: “Il potenziale del club è enorme, il potenziale del club è eccezionale. La visione che il signor Levy ha messo di fronte a me e la qualità dei giocatori, della squadra sono stati i motivi principali per cui ho deciso di venire. Vincere rientra nel concetto di visione. Visione è lo stadio che abbiamo, visione è mantenere i giocatori migliori, visione è forse affidarsi a un manager della mia esperienza. Non è di me che si tratta, l’importante è il club”.
Eppure ai tempi del Chelsea, il Tottenham non rientrava nei piani dello Special One: “Non potrei mai accettare di allenare gli Spurs per rispetto verso i tifosi del Chelsea”. Glielo ricorda un giornalista anche in conferenza: “È vero – ammette – Ma l’ho detto prima che venissi licenziato” , ci scherza su!
Mourinho ora ha un compito importante: è costretto a risollevare le sorti del Tottenham che si ritrova al 14° posto in Premier League con 14 punti in 12 giornate. Una bella sfida dato che il Tottenham è in assoluto l’avversario più battuto in carriera dallo stesso José: 13 vittorie per lo Special One. Ma la rosa è buona ed è pronto a metterla in campo sabato nel match di Premier League contro il West Ham: “Ai ragazzi la prima cosa che ho detto è che sono venuto qui per loro. Alcuni di loro ho anche provato a comprarli quando lavoravo altrove, con altri non ci ho nemmeno provato perché sarebbe stato impossibile”.
Il tecnico in questi mesi ha avuto modo di riflettere sulla sua carriera e sulla sua vita. Migliorare è stata la parola d’ordine:
”In questi undici mesi mi sono aggiornato e ho studiato. Questo non significa che io abbia perso la mia identità, il mio DNA. Ho elaborato i miei errori del passato, penso di essere più forte. A livello emotivo sono pronto, credo che i giocatori lo abbiano capito. Sanno che nella vita ci sono dei periodi diversi e io sono in uno di quelli in cui la cosa principale è il bene collettivo. Non commetterò gli errori del passato, magari ne farò di nuovi. Sono rilassato, motivato e penso che i ragazzi lo abbiano percepito. Sono qui per supportare il loro lavoro e sono abbastanza umile da analizzare la mia carriere per intero, non solo l’ultimo anno. Questa pausa mi ha fatto bene. Mi ero un po’ perso, ora invece mi sento addirittura più esperto”.
Mou è il solito Mou, forse più umile. O forse è solo l’apparenza dei primi giorni. O lo ami o lo odi:
“Mi rialzo con i proieittili che mi sparano addosso e lo farò sempre. Sono nato in questo modo nel calcio e così morirò” ama dire.
Comunque la si pensi, quello di Josè Mourinho è gran ritorno. Fa bene a tutti, al calcio in primis. Welcome back Special One!
Sara Montanelli