Vogliamo una parità di genere vera e concreta, brave ma senza diritti

Parità di genere, questa sconosciuta. Almeno in Italia.

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Parità di genere, questa sconosciuta

Professionismo delle discipline sportive più importanti al punto di partenza: i tempi sono maturi per iniziare, ma siamo già molto in ritardo.

La legge di stabilità ha aperto a questa possibilità per cinque categorie sportive: calcio, pallavolo, pallacanestro e rugby. L’emendamento prevede lo stanziamento di 20 milioni di euro per i prossimi tre anni.

Nascerà però se passerà un contratto sportivo tra le società e le atlete con versamento dei contributi previdenziali e assistenziali.

Le nostre calciatrici da mesi ci  stanno mettendo la faccia e stanno spendendo sempre più energie volte a far riconoscere questi diritti e vedere finalmente realizzare quel sogno che da tempo aspettano tutte.

sara gama nazionale

Sara Gama, Capitana della Nazionale, durante il convegno “L’importante è pareggiare” ha usato con la solita grinta e la determinazione che la contraddistinguono parole molto forti:

 “Oggi in Italia c’è una discriminazione di genere che non permette a nessuna atleta di essere professionista. La gente comune non sa che noi siamo dilettanti. Io a trent’anni non ho contributi, se non quelli che mi sono stati versati quando giocavo in Francia. Non ho tutele assicurative. Non possiamo riempirci la bocca continuando a dirci quanto siamo brave al Mondiale e poi non riconoscerci i diritti che ci spettano”.

Cristiana Girelli Nazionale
Getty

L’attaccante della Juventus Cristiana Girelli,  bandiera della Nazionale e capocannoniere in carica, sarà presente al teatro Tenda Anselmi a Pegognaga in provincia di Mantova per un incontro dal titolo “Ce la giochiamo alla pari”. 

Con Stefano Pigolotti si parlerà di uguaglianza, sport, pari opportunità e discriminazione di genere.

Un’interessante serata dove alle parole e alle promesse dovrebbero seguire fatti e azioni concrete. I tempi sono maturi, l’Italia non può rimanere indietro rispetto agli altri paesi europei.

Ricordiamocelo: i diritti –  come in ogni lavoro – sono fondamentali per continuare a fare bene e  avere ottimi risultati. 

 

Laura Pressi