Sono intense le storie di sport che hanno fatto commuovere il mondo intero; spesso i gol sono il veicolo di quelle emozioni che arrivano dritte al cuore, a chi non c’è più. Occhi e braccia al cielo per guardare e piangere i propri cari: sono le commoventi immagini di tanti professionisti del pallone, a nudo dinanzi le proprie fragilità.
È il caso di Alex Del Piero che in Bari-Juventus del 18 febbraio 2001 dedica al padre scomparso qualche giorno prima – dopo un’agonia durata a lungo – un’esultanza ricca di significato, palesando quel dolore taciuto intimamente.
Alex entra in campo e sfoga così tutta la sofferenza per la morte del papà:
È la dedica ad un figlio mai nato quella di Andrès Iniesta in Barcellona-Osasuna: il centrocampista blaugrana alza gli occhi al cielo per ricordare il figlioletto morto prematuramente.
Sempre il calciatore catalano si rende protagonista di un grandissimo ed inaspettato gesto: segna il gol che dà alla Spagna il primo titolo mondiale e lo dedica a Daniel Jarque, difensore dell’Espanyol trovato morto nell’agosto 2009 a Coverciano – luogo di ritiro della squadra – mentre era al telefono con la fidanzata incinta. Nonostante i tentativi di rianimazione, eseguiti prima dal medico della squadra cervera e poi dai medici del 118, il cuore non ha più ripreso a battere: il calciatore è stato quindi dichiarato morto. Andrès e Daniel si erano conosciuti nelle giovanili della Spagna.
Decisamente meno conosciuto calcisticamente rispetto a Iniesta, Billy Sharp – attualmente giocatore della terza divisione inglese – è divenuto famoso in rete per la commovente dedica al figlio Louis Jakob, spentosi dopo soli due giorni di vita nel 2011. “That’s for you son” (quello è per te, figliolo).
Conosciuto da sempre come un giocatore allegro e vivace, Ronaldinho segna il gol più triste della sua carriera – con la maglia dell’Atletico Mineiro – dopo la morte del patrigno; un duro colpo per l’ex Barça, che ha anche perso il padre quando era molto piccolo. Segna il primo dei 3 gol che vale la vittoria contro il Figueirense, lasciandosi andare ad un pianto inconsolabile.
A soli 32 anni, a causa della sindrome di Prader Willi – una rara malattia genetica – muore la sorella di David Pizarro, centrocampista cileno ex Viola. In occasione della partita Fiorentina-Siena del 2012,
Luca Toni viene abbattuto da Felipe in area avversaria e l’arbitro fischia il calcio di rigore in favore della squadra di casa; Jovetic lascia a Pizarro la possibilità di calciare.
Il pubblico del Franchi approva. Il cileno quasi lo sbaglia, ma dopo aver segnato si lascia andare in lacrime, dedicando il gol alla sorella recentemente scomparsa.
Il 13 novembre 2015 è una data che rimarrà impressa nel cuore del mondo intero; il calcio mondiale non è rimasto indifferente alla strage del Bataclan, durante la quale hanno perso la vita centinaia di persone. Davide D’Appolonia, attaccante del Forlì a segno nel recupero della 4ª giornata di serie D contro il Mezzolara, mostra – dopo il gol – un semplice ma significativo messaggio sulla maglietta, “Ciao Valeria”, per ricordare la ragazza veneziana unica vittima italiana della strage di Parigi, Valeria Solesin.
Proprio pochi giorni fa, in Argentina-Cile, l’episodio che ha fatto il giro del mondo sono state le lacrime di Angel Di Maria, subito dopo il gol dell’1-0. Il calciatore argentino ha preso una maglia dalla panchina e l’ha mostrata al cielo, sopra recava la scritta: “Per te nonna, mi mancherai tantissimo”. Di Maria ha dedicato il gol contro il Cile alla nonna defunta qualche giorno prima del match.
https://www.youtube.com/watch?v=gTcQI2GpC_M
Come si può notare, il mondo del calcio – spesso protagonista di gesti irriguardosi e violenti – è fatto anche di sentimenti autentici che segnano nel profondo, attraverso il comune gesto tecnico del gol, gli animi dei suoi spettatori; talvolta insegna loro quanto il denaro e il successo siano impotenti dinanzi alle più grandi tragedie della vita.
Valeria Iuliano