Viaggio allo scoperta dei Ramarri del Pordenone

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Chi sono i Ramarri che hanno messo in difficoltà l’Inter agli ottavi di finale di Coppa Italia

Il Gigante e Golia.
Le assonanze sono indubbie se si pensa a come sono andate le cose ieri sera allo stadio San Siro di Milano.

Dove l’Inter, capolista di Serie A, ha rischiato di essere eliminata agli ottavi di finale di Coppa Italia dal Pordenone, una squadra di Serie C, che ha perso solo dopo i calci di rigore finiti 5 a 4, non senza un certo imbarazzo.

Il Pordenone, i cui giocatori vengono chiamati “Ramarri” (dal colore verde della divisa), gioca nel girone B della Serie C ( la vecchia Lega Pro, cioè la vecchia Serie C) anche se la scorsa estate è arrivato vicino alla promozione in Serie B.

In Coppa Italia ha sorpreso positivamente, arrivando fino agli ottavi di finale dopo aver eliminato il Venezia, che gioca in Serie B, e il Cagliari, che è in Serie A.

La partita di ieri ha messo in luce un gioco compatto, con una buona difesa e diverse occasioni per fare gol.

Il Pordenone è nato nel 1920, inizialmente con il nome di Football Club Pordenone. Ha un proprio stadio, intitolato al ciclista Ottavio Bottecchia, inauguato nel 1926, che dispone di circa 3000 posti, lo stesso numero di tifosi ramarri che ieri ha presenziato alla partita.

E’ curioso che la Società appartenga ad un’azienda, la Vitis Rauscedo, che lavora nel settore della produzione di barbatelle innestate, vitigni autoctoni e internazionali.

Un’azienda a conduzione famigliare il cui titolare Mauro Lovisa e anche il Presidente della squadra.

Il panchina siede invece Leonardo Colucci, ex calciatore del Verona, Bologna, Modena e Cagliari, con 209 presenze da giocatore in Serie A.
Colucci ha iniziato da pochi anni la carriera di allenatore ed ha un occhio di riguardo nella sua strategia allo studio delle squadre da affrontare nel campionato di Serie C. Quando i suoi ragazzi hanno battuto il Cagliari lui ha ironizzato che il successo era dovuto al fatto che  si erano studiati i giocatori al fantacalcio. Ed era vero.

Indubbiamente l’obiettivo che il Pordenone ora cercherà di raggiungere è bissare l’impresa dell’Alessandria, altra squadra di Serie C, che due anni fa arrivò in semifinale di Coppa Italia provando ad arrivare in Serie B.

Per quanto riguarda i suoi calciatori, degni di nota Emanuele Berrettoni, Salvatore Burrai, Federico Gerardi, Gianvito Misuraca, tutti con esperienze nei campionati di categoria superiore. Nella squadra militano anche due stranieri: l’attaccante spagnolo Miguel-Ángel Sainz-Maza e il portiere lettone, in prestito dal Parma, Kristaps Zommers.

Piuttosto nutrito il palmares della squadra: oltre alle diverse promozioni che hanno portato la squadra a disputare varie stagioni nei campionati professionistici di Serie C, il Pordenone ha uno scudetto di serie D, ottenuto nel 2013-2014, e una Coppa Italia di Serie D ottenuta dieci anni prima.

Il Pordenone non ha mai disputato un campionato di Serie B nonostante nelle ultime due stagioni sia arrivata a disputare i playoff persi rispettivamente con Pisa e Parma (ai rigori), squadre che avrebbero poi conquistato la promozione nella serie cadetta.

Silvia Sanmory