Biagio Biapri: tifoso nerazzurro che incarna a pieno la filosofia interista. Siciliano, vive a Roma ma casa sua è San Siro, la sua la famiglia l’Inter. Non c’è domenica senza Inter e non c’è domenica che non la segua, “In trasferta e (nel suo caso sù e non giù) in città”, nella buona e nella cattiva sorte.
Come tuo solito fare seguirai la squadra, specie stavolta che per te non è una trasferta visto che si gioca a Roma…
“E’ la mia 38ma partita su 38, 75 su 76, ho saltato una sola partita, lo scorso anno, nelle ultime due stagioni. Su 38 match annui ce ne sono due, Roma-Inter e Lazio-Inter, che dal punto di vista logistico sono le più facili, vivo a Roma evito per una volta di macinare chilometri, ma dal punto di vista emotivo è tra le più sentite“.
Com’è seguire l’Inter “in trasferta e giù in città”?
“Seguire l’Inter è bellissimo, è come far parte di una grande famiglia. Personalmente sono abbastanza conosciuto tra gli interisti e il Meazza è casa mia sia fuori, al Gate 8 dove do sempre appuntamento ai fan prima della partita, sia dentro lo stadio, abbonato al primo verde che è praticamente un salotto di casa. Per quanto riguarda le trasferte ho sempre qualcuno che si offre di venire a prendermi o ospitarmi, la cosa più bella è trascorrere del tempo insieme con altri, ormai amici, interisti. E’ qualcosa di speciale perché lo spirito che c’è è appunto quello di appartenenza ad una grande famiglia. Da Udine, trasferta complicata, alla Sardegna, fino a Crotone gli interisti sono calorosissimi.
Crotone e Zenga che hanno fatto un bel regalo all’Inter…
“Un bel regalo e come! Diciamo che ci ha “Reso” i due punti tolti a San Siro”.
Superare il milione di tifosi è importante, è una cifra di un certo livello che significa tante cose…
“Il fatto di aver superato il milione di tifosi presenti a San Siro è anche merito di un sistema organizzativo che migliora di anno in anno, il più grande merito a mio avviso va a Michael Gandler, direttore commerciale dell’Inter, che ha portato una nuova mentalità; dalle attività con gli Inter club alle promozioni di pacchetti differenziati per le famiglie o gli studenti ad esempio, ha trovato ottimi incentivi alla partecipazione”.
San Siro è sempre pieno anche con le cosiddette piccole squadre, a differenza di quanto accade negli altri stadi come all’Olimpico stesso o al San Paolo. Non si va mai al di sotto dei 50.000 spettatori. Credo sia un lavoro encomiabile nei confronti della società oltre che dei tifosi. Deve significare qualcosa per domani…
“Significa molto, anche perché in vista di domani, è stata una stagione strana, cominciata benissimo. Con questa partenza addirittura c’eravamo un attimino illusi potessimo essere in gara per lo scudetto rivelatosi non alla nostra portata. Poi c’è stato il momento nero, cominciato con il pareggio nei tempi regolamentari con il Pordenone, da lì siamo precipitati per poi pian piano riprenderci. Adesso è il momento della svolta, di raccogliere il frutto di questa rimonta. La partita di domani la vedo come uno spareggio, o noi o loro. Abbiamo un punteggio su tre e lo giochiamo fuori casa, è come giocare una partita di coppa e andare a vincere. E’ difficile, siamo svantaggiati anche perché la Lazio gioca in casa ma sono convinto che per quanto sia dura i giocatori ce la metteranno tutta”.
“Per quanto il campionato sia stato fatto di alti e bassi, nonostante il periodo nero di cui parlavamo prima, abbiamo in media dei buoni risultati. Vincendo domani saremmo a pari punti della Lazio il che significherebbe non aver avuto nulla meno alla squadra di Inzaghi. C’è lo scontro diretto e ci sono i punti, se vinciamo abbiamo meritato di più noi, se perdiamo ha meritato di più la Lazio”.
Non capita da tanto una partita così determinante per il presente, in ottica raggiungimento obiettivo, ma soprattutto per il futuro: più una finale o uno spareggio?
“Uno spareggio perché una finale è quando vinci qualcosa, per quanto sia un raggiungimento di un obiettivo che è di per sé una vittoria, ma non c’è un trofeo finale, resta uno spareggio e non una finale. Se domani vincessimo saremmo soddisfatti, abbiamo la possibilità di prenderci il quarto posto e ottenere l’obiettivo dell’anno ovvero la qualificazione in Champions, una base dalla quale partite il prossimo anno. Se non dovessimo vincere sarebbe deludente, sarei comunque dalla parte di Spalletti ma lui come tutti noi sarebbe deluso”.
La Lazio all’ultima giornata di campionato non evoca fausti ricordi nell’interista. Il passato può essere un fattore crocevia, potrebbe caricare e allo stesso tempo “Spaventare”. Più un pro o un contro?
“Con la Lazio ho bei ricordi e brutti ricordi. Ne ho uno bello in particolare, a Parigi al Parco Dei Principi, la nostra finale di Coppa Uefa, allenatore Simoni, una squadra fantastica Zanetti, Ronaldo… In quell’occasione girai il mio primo video, il primo video di Biapri il 6 maggio 1998 quando non esisteva neanche youtube e io ho girato un video dal settore ospiti che adesso, esistendo, troverai sul canale Youtube di Biapri”.
“Chiaramente c’è anche il ricordo negativo e c’è il ricordo del famoso 5 maggio. Quel giorno ero allo stadio ovviamente, con mio figlio; i bandieroni, gli striscioni, eravamo lì per fare festa e invece siamo usciti dallo stadio, increduli di quello che era successo, piangendo e con gli occhi gonfi e rossi di lacrime, ma poi ce ne sono anche tanti altri, come ad esempio quello con Mourinho quella del famoso striscione “oh noo” dei tifosi della lazio in cui vincemmo 2-0″.
“Certo, evoca maggiormente il 5 maggio e speriamo che domani possiamo cancellare quel ricordo sostituendolo con uno buono quale la qualificazione in UCL”.
“Il ricordo riguarda più i tifosi che i giocatori loro non sono i tifosi con addosso la storia come il tifoso, al contrario credo che li carichi più l’idea di conquistare la Champions dopo un San Siro pienissimo e caldissimo tutto l’anno. A fine Inter Sassuolo erano abbattuti e disillusi poi, la partita a Crotone della Lazio credo l’abbiano presa come un regalo e un incentivo. Sono fiducioso che domani ce la mettano tutta. Poi andremo all’Olimpico e ce la godremo comunque vada”.
De Vrij potrebbe giocare, da tifoso interista preferiresti ci fosse o no?
“Stephen è un professionista ed è giusto che giochi, la scorsa partita ha salvato sulla linea sul possibile 3-1 del Crotone. Domani giocherà per far vincere la Lazio come giusto che sia, quando sarà dell’Inter giocherà per far vincere l’Inter”.
Per scaramanzia non ti chiedo il pronostico, ti chiedo solo una frase di incitamento ai ragazzi
“Ragazzi crediamoci, andiamoci e crediamoci, la storia ce lo chiede, dobbiamo giocare la Champions perché è lì che dobbiamo stare”.
Egle Patanè