Ospite di una nuova puntata di Verissimo Barbara Lombardo, moglie dell’indimenticato Totò Schillaci, il campione della Juventus e della Nazionale Italiana scomparso lo scorso 18 settembre per un tumore.
Una ferita ancora aperta per tutti gli appassionati di Calcio. La scomparsa di Totò ha lasciato un vuoto incolmabile in tutte le persone che lo hanno amato per le sue Notti Magiche, per la sua simpatia e per quella semplicità lontana ormai anni luce da quello che è diventato oggi il mondo del pallone.
Il ricordo di Barbara:
Il nostro amore è stato meraviglioso, Totò era un uomo buono. Totò era un uomo amato da tutti, io ero tanto orgogliosa di lui.
Ha lasciato tanto ai suoi tifosi ma non solo come calciatore, anche come uomo perché era umile, semplice. Al di là del campione, era un uomo buono. Un uomo del popolo. Ha lasciato veramente tanto nel cuore di tutti noi. Quando è morto c’è stato un vero e proprio pellegrinaggio alla camera ardente. È stato un bellissimo omaggio della mia citta’
La moglie di Schillaci ha raccontato come si sono conosciuti:
Come ci siamo conosciuti? Io e Totò ci siamo incontrati quando eravamo ragazzi ma, poi, non ci eravamo più sentiti. Ci siamo ritrovati nel 2011 ed entrambi eravamo single, anche io, come lui, avevo avuto altre storie d’amore. Quando, però, ci siamo ritrovati era chiaro che fossimo fatti l’uno per l’altra. Totò ha cominciato a corteggiarmi e ho capito che era ed è sempre stato l’uomo della mia vita.
Poi a un certo punto è arrivata la malattia, affrontata con coraggio e dignità, senza mai perdere la speranza e il sorriso:
Totò era andato a fare una colonscopia e si è scoperto che aveva un cancro al colon. Ha cominciato a fare le terapie, ha fatto sei cicli di chemio, inizialmente, la radio per ridurre il tumore. Quando la terapia sembrava che stesse facendo effetto, tutti eravamo contenti perché ci dicevamo “Ce la possiamo fare”. A un certo punto Totò sembrava guarito. I medici ci avevano detto che la malattia era regredita. Proprio in quel momento ci è arrivata la proposta di fare Pechino Express. Lui non voleva, in quel momento era molto depresso. L’unica ancora di salvataggio ero io. Sono riuscita a convincerlo e siamo partiti. Ci siamo goduti il viaggio e lui non ha pensato alla malattia. È stata un’esperienza molto bella, lui è stato molto forte. Tornati da Pechino il mondo ci è cascato di nuovo addosso. Abbiamo ricominciato con le terapie, e per fortuna Totò le ha affrontate in un modo più positivo di quelle precedenti. Ad agosto siamo andati qualche giorno a Rimini ma, lì, la situazione si è aggravata perché faceva un passo e non riusciva più a respirare. Rientrati a Palermo ci siamo ricoverati subito, e parlo al plurale perché non l’ho mai lasciato, me l’aveva chiesto lui. Piango perché era un uomo magnifico, mi faceva sentire amata tutti i giorni e non mi ha mai data per scontata.
A fatica Barbara sta ricominciando a prendere in mano la sua vita:
Non mi sono mai allontanata da lui. Io gli davo quella forza in più per andare avanti. Lui non voleva lasciarmi, anche i medici si emozionavano a vedere quell’amore così forte, così intenso. Io sto riniziando ora a camminare grazie alla mia famiglia e alla mia migliore amica. È stato un lutto troppo forte. Totò ora mi direbbe di sorridere, perché lui era innamorato del mio sorriso. Solo ora sto ricominciando ad uscire di casa.