Sono trascorsi 20 anni dalla sentenza Bosman: il 15 aprile 1995 resta una data storica. La Corte di Giustizia Europea liberalizza i trasferimenti dei calciatori, alla scadenza del contratto, all’interno dell’Unione europea. La sentenza applica al calciomercato l’articolo 48 del Trattato di Maastricht e stabilisce che le associazioni sportive non possono introdurre norme secondo cui un calciatore di uno Stato membro, alla scadenza del contratto, possa essere ingaggiato da un’altra società di uno Stato membro solo previo pagamento di una qualsiasi forma di indennità; e sono considerate contrarie alla norma europea anche le regole che impongono limiti al numero di calciatori comunitari utilizzabili dalle squadre. Nascono così i trasferimenti “a parametro zero”, che fanno impennare le spese per gli ingaggi.
Approfittando di questo “anniversario” che ha rivoluzionato il calcio, abbiamo chiesto all’avvocato Guido Martinelli, che si occupa di diritto sportivo dal 1981, di raccontarci il suo mestiere.
Avvocato Martinelli, ci racconta come ha indirizzato la sua professione verso lo sport?
“In realtà lo sport ha sempre fatto parte della mia vita: sono stato un giocatore (insufficiente) di basket. In un secondo momento ho intrapreso la carriera di allenatore per poi assumere, per 5 anni, il ruolo di dirigente sportivo nella Lega pallacanestro. Una passione naturale quindi che, dopo la laurea in Giurisprudenza e l’abilitazione alla professione, ha avuto come conseguenza naturale quella di indirizzare la mia attività verso il diritto sportivo. Attualmente, escluso il magistrato e studioso di diritto sportivo Antonino De Silvestri, sono forse il decano della materia dato che me occupo dal 1981”.
Il diritto sportivo, appunto: come può essere definito?
“In senso stretto esso è il complesso di regole che le associazioni sportive devono rispettare e contenute nel decreto Melandri in tema di riordino del Coni. Poi ci sono le leggi dello Stato che si occupano di sport sotto il profilo fiscale, per esempio, e le leggi regionali in materia di impiantistica sportiva”.
Quando una società sportiva si rivolge a un avvocato?
“Ci sono diversi casi e situazioni. Per esempio si è perso un provvedimento giurisdizionale come un’ammenda oppure la squalifica di un giocatore. Nei casi di contenzioso arbitrale in cui è necessario recuperare delle somme. Intervengo anche nei casi in cui è coinvolta la magistratura civile e amministrativa tipo i ricorsi al Tar nonché casi extra giurisdizionali”.
Francesca Di Giuseppe