Marcelo Bielsa, se non ci fosse bisognerebbe inventarlo; dato che c’è, non lascia indifferenti!
Eccentrico in tutto, nella vita e nel modo di vivere il calcio, El Loco lascia il segno.
Tutto ha inizio nella sua Argentina dove è un vero e proprio mito, tanto da essersi meritato l’intitolazione dello stadio della società in cui è cresciuto prima come calciatore e poi come allenatore, il Newell’s Old Boys. Ma la sua locura ha travolto anche l’ Europa.
La sua non è solo un’idea di calcio bensì una filosofia
Secondo la teoria bielsista il fine NON giustifica i mezzi ovvero, più importante dell’obiettivo raggiunto e la strada che si fa per provare a raggiungerlo.
La figura dell’allenatore non è altro che una guida.
L’allenatore è responsabile del fallimento per questo sta a lui ridurre il margine di errore attraverso il lavoro ossessivo in allenamento.
Al di là del modulo, Bielsa è un motivatore.
Perchè prima di formare calciatori vuole avere a che fare con Uomini.
Perchè è uno che fonda tutto sul sacrificio, nonostante sia nato in una famiglia dell’alta borghesia argentina.
E così, finchè potrà diffonderà il bielsismo.
Come accaduto questa estate, quando da fresco allenatore del Leeds è arrivato sul campo e ha iniziato a fare un discorso ai suoi giocatori parlando dei sacrifici che il tifoso compie per comprare un biglietto e assistere ad una loro partita.
Così, invece di condurre una classica seduta con la palla ha mandato i suoi giocatori a raccogliere la spazzatura per tre ore per far capire loro il senso della fatica.
“Appena arrivato al Leeds ho fatto calcolare dal mio staff quante ore di lavoro fossero necessarie in media a un tifoso per comprare un biglietto. Mi hanno detto tre. Allora ho obbligato i miei giocatori a raccogliere i rifiuti per tre ore. Devono sempre avere bene in mente quanto la gente fatichi per vederli giocare.”
E ancora…
Nella sfida contro l’Aston Villa, che in caso di vittoria avrebbe portato il suo Leeds alla promozione in Premier, ha costretto i suoi giocatori a far fare gol agli avversari perché «colpevoli» di aver fatto gol con un avversario a terra. Un gesto di fair play unico che acquisisce maggiore valore perchè che costringe il bielsismo a passare per i play off.