Un’Atalanta senza infamia cede a una Juve senza lode

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Ci ha provato degnamente l’Atalanta, che ha disputato un’ ottima partita, a viso aperto, contro la Juventus: resta comunque l’orgoglio di questa squadra che non molla mai

Si cresce e si acquista esperienza anche attraverso il rammarico. Quello che resta principalmente all’ Atalanta, che dopo aver salutato l’Europa League al netto degli episodi ripete lo stesso leitmotiv contro i bianconeri in Coppa Italia.

Tra andata e ritorno la Juventus passa meritatamente, ma ai punti. Alla fine nei 180 minuti si fanno decisivi i calci di rigore: quello discutibile e fallito dalla Dea all’ andata, quello altrettanto discutibile ma realizzato da Pjanic ieri. Fattori che inevitabilmente condizionano le partite e i risultati finali: ben lo sa Gian Piero Gasperini, che accetta con rassegnazione il verdetto del campo, sapendo già in partenza quanto sarebbe stata dura in casa dei Campioni d’Italia.(immagine da ecodibergamo.it)

“Sappiamo quanto forte sia la Juventus, l’abbiamo impegnata severamente. Peccato per il rigore, siamo convinti che non ci fosse. Sia col Borussia, sia con la Juve siamo arrivati lì, a pochi centimetri: questo deve darci orgoglio. Adesso dobbiamo concentrarci sul campionato, siamo in piena corsa”.

Una semifinale che arrivava insperata per gli orobici e che lascia una grande lezione ai bergamaschi: la strada per diventare definitivamente grandi passa anche attraverso le delusioni, la ricerca  del cinismo, della concretezza.  Passa attraverso la capacità di realizzare un tiro dagli undici metri, di essere più precisi sottoporta, di buttarla dentro alla prima occasione perchè forse non ci sarà la seconda.

Sicuramente le Coppe sono state ottime maestre per la Dea, così come questa Juventus senza fronzoli, senza ricerca di lode, esclusivamente cinica e volta al conseguimento del risultato finale. Saranno ottime maestre anche per il futuro: siamo sicuri che questo astro nascente del calcio italiano ci riserverà ancora molte sorprese. E con il tempo sarà una Dea sempre bella, ma senza dubbio più spietata.

Daniela Russo