Il Verona, dopo una rimonta per 3-0 sul Cittadella nella finale dei playoff, ritorna ufficialmente in Serie A. Dopo una sola stagione in Serie B, non così semplice, gli scaligeri tornano infatti nella massima serie.
Tanti i protagonisti di questa impresa e tra questi un nome in particolare, Giampaolo Pazzini.
Arrivato a Verona nel 2015 ha sempre avuto un rapporto particolare con il club.
Amore e incomprensioni, alti e bassi, una storia che però, a differenza della più famosa tragedia d’amore ambientata nella città veneta, Romeo e Giulietta, ha un lieto fine.
Pazzo Pazzini è stato uno dei giocatori forse più criticati nella sua carriera, ma i numeri parlano per lui, 553 presenze tra Serie A, Serie B e Liga e 186 reti.
Dopo aver giocato con il Montecatini e il Margine Coperta, arriva nel settore giovanile dell’Atalanta, squadra con la quale debutta nella massima categoria il 12 settembre 2004.
Passa poi alla Fiorentina, club in cui militerà per quattro stagioni, fino al 2009 quando approda in Liguria, alla Sampdoria, in cambio del cartellino di Bonazzoli.
Qui troverà Antonio Cassano, con la quale formerà una delle coppie offensive più riuscite di sempre.
Nasce subito il paragone con i “gemelli del gol”, Mancini e Vialli, ma, a differenza loro, non riusciranno a conquistare lo scudetto.
Nel gennaio 2011 sbarca a Milano, all’Inter, per 12 milioni di euro. Debutto con doppietta per il toscano che però vivrà una stagione non così proficua. Tanto da essere ceduto ai cugini del Milan nell’agosto 2012. Colleziona nella sua prima stagione rossonera 37 presenze e 16 gol complessivi. Viene fermato poi da un importante infortunio che lo tiene lontano dal campo circa sei mesi. Nel gennaio 2014, appena torna a giocare, subisce un nuovo infortunio all’adduttore, che lo costringe a chiudere in anticipo la stagione.
Nell’estate 2015, una nuova avventura: Verona.
Ritrova, dopo l’esperienza di Firenze, Luca Toni ma il campionato non va assolutamente come avevano immaginato. Zero vittorie nelle prime 23 giornate e una retrocessione arrivata con largo anticipo.
È l’anno del ritiro di Toni, ma non del “Pazzo”.
La stagione successiva è lui, come capocannoniere con 23 reti, che contribuisce pesantemente alla risalita in Serie A.
Complice il rapporto altalenante con gli scaligeri e un rendimento non così brillante, a gennaio 2018 parte alla volta della Spagna, in prestito al Levante. Un solo gol, all’esordio e contro il Real Madrid, per poi tornare a casa, a Verona, ancora in Serie B.
Nominato capitano, realizza 12 reti. Sua la doppietta fondamentale contro il Perugia, nei playoff, che ha poi spianato la strada per la conquista della Serie A.
A 34 anni Pazzini ha ancora grinta da vendere, l’ha dimostrato e sicuramente lo dimostrerà.
Bentornato in Serie A Pazzo Pazzini.
Alessandra Cangialosi