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Una Dea che diventa Principessa grazie a un Principe (Nero)Azzurro: Atalanta, la favola è ora

La favola - oramai realtà - della Dea Atalanta in questa stagione entusiasmante

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Un giorno potremo raccontare di aver visto con i nostri stessi occhi una favola: quella di una piccola Dea che diventa una splendida Principessa.

Prendendosi il sogno e il cuore di un mondo intero che non può che inchinarsi alla sua accecante bellezza.

Un sogno dalle tinte neroazzurre di un Principe un po’ burbero, che anche giovedì sera, a bordo campo, fumava adrenalina e a tratti rabbia quando i suoi undici ragazzi non eseguivano perfettamente i suoi dettami.

Atalanta Fiorentina finale
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LA FAVOLA IN DIVENIRE

“I sogni son desideri, chiusi in fondo al cuor…”

L’ Atalanta ci stupisce oramai da anni. Ci ha abituato a cose anche più grandi di lei da quando ha trovato questo nocchiero un po’ burbero, ma decisamente perfetto per lei. Baciato da quel meraviglioso dono che è indispensabile per un allenatore: insegnare calcio. Ci ha stupito la scorsa stagione in Europa League, quando anche il Borussia Dortmund le ha riconosciuto il carattere di una grande. Ci ha stupito sfoderando talenti pressocché sconosciuti che hanno acquistato in quel di Bergamo una connotazione che altrove non avrebbero mai avuto.

Ha deciso di continuarci a stupire quando, dopo un’ estate di cessioni e un mancato accesso all’Europa League, sembrava sbandare rovinosamente.

Il sogno, quel Sogno che rappresenta la Bellezza del Calcio, è già svanito? Ci siamo chiesti tutti.

Un po’ come quando le Sorellastre distruggono il vestito della povera Principessa.

Il dubbio è stato fugato ben presto.

IL SOGNO VOLUTO

“Non disperare del presente, ma credi fermamente…”

La Dea si scrolla e si sveglia dal torpore, perché quel sogno lo vuole lei, lo vuole Percassi – che però ancora ti dice ‘Lottiamo per la salvezza’lo vuole Bergamo tutta. La città innamorata che sa bene quante grandi più grandi – ma non abituate a stupire – ci sono nel calcio italiano. Quel posto in classifica sempre meno distante dal podio, giornata dopo giornata. La lotta è dura.

Ma l’Atalanta ci crede, e perchè non farlo? Del resto non ha forse messo in ginocchio Madama Omicidi, prendendola letteralmente a pallonate?

In un attimo il vestito è più bello di prima.

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IL SOGNO REALIZZATO

“… Che il Sogno Realtà diverrà…”

Era il 1996 quando la Dea cedeva le armi proprio alla Fiorentina in finale di Coppa Italia. Era la Viola del Re Leone Dani Batistuta, era la Dea di Morfeo, di Paolo Montero, di Emiliano Mondonico.

A distanza di 23 anni   l’Atalanta  – questi ragazzi dai nomi poco altisonanti, che si accendono sul rettangolo verde – ha deciso di trasformare l’ incredibile in realtà. Percassi con le lacrime agli occhi chiede se sia tutto vero. Tutti si stropicciano gli occhi, increduli e felici.

La mezzanotte non è ancora arrivata, il ballo è ancora lungo.

In attesa del 15 maggio – giorno dell’ultimo round contro la Lazio a Roma – questa piccola meraviglia del nostro calcio si gioca con un pizzico di sana follia l’accesso alla prossima Champions League.

Troppe emozioni in una volta sola? Forse. Ma provare quella scarpetta di cristallo  – con cui varcare definitivamente la porta delle più nobili – costa anche un po’ di incoscienza.

E allora avanti tutta. Le favole sono belle da vivere, sono belle da raccontare. Alla fine siamo tutti un po’ grati a questa squadra che, in un anno di Serie A pressocché privo di emozioni, ha deciso di regalarne in abbondanza a tutti.

Daniela Russo

 

 

 

 

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