Vincere, anche all’ultimo minuto, con una prestazione molto al di sotto della media può succedere solo alla Juve.
Vincere con un piccolo gioco di prestigio inventato negli spasmodici secondi finali – quando la squadra sino a quel momento aveva effettuato una delle peggiori partite da quando l’ha presa in mano Sarri – non ha prezzo.
Non possiamo che riconfermare i complimenti a Douglas, il quale con estrema freddezza ha portato la squadra verso una vittoria importantissima.
Ma prima?
Una partita ai limiti dell’imbarazzante: la Juventus comincia bene, anzi benissimo da una punizione battuta da Cristiano Ronaldo, questa volta non contro la barriera. Ne esce un gol che ha del bizzarro: il portiere perde la palla e Ramsey con una pedata garantisce l’entrata in rete.
Ma dopo pochissimo – causa un rilassamento della difesa – pareggia il Lokomotiv e da quel momento la partita adotta un ritmo insopportabile, al limite del soporifero, senza grinta e con una sequenza di errori da parte di tutti, che fanno rabbrividire e non solo i tifosi,presenti allo stadio.
Cosa non ha funzionato?
La formazione sicuramente: è probabile che il tecnico abbia pensato di impiegare i meno stanchi e esposti e in effetti l’idea poteva essere corretta ma il risultato fino all’entrata di Costa è stato uno sfacelo.
Maurizio Sarri è consapevole di avere un centro campo lento e prevedibile il cui uomo migliore – Aaron Ramsey – dura al massimo mezz’ora. Per non parlare dell’inadeguatezza della difesa, senza il capro espiatorio De Ligt.
Dopo due tempi soporiferi e inconcludenti, l’allenatore decide di effettuare i tanto attesi cambi … commettendo la prima trasgressione: sostituisce Cristiano.
Gelo in campo più di quello che c’era.
Un allenatore fa ciò che vuole, Cristiano è un giocatore come gli altri e se non non sta facendo bene, va correttamente sostituito e senza lamentarsi.
Al suo posto Dybala: sebbene l’argentino giochi bene non cambia sostanzialmente nulla, sarà poi Flash allo scadere del recupero che confezionerà il piccolo miracolo, il quale darà “senso a una partita anche se un senso non ce l’ha”.
E dopo questa digressione “vascologica”, l’impressione e’ stata che al tecnico e alla squadra sia andata di lusso, che sia accaduto quel colpo di fortuna che solo la Juventus sa afferrare.
La Juve non riesce a liberarsi dalla “tradizione” di affidarsi al singolo in serata e a quanto pare al momento sta andando bene, ma la verità è un altra: siamo talmente prevedibili da farci bloccare da una Lokomotiv qualunque, giochiamo male e difendiamo peggio.
La squadra, quando non ha le idee chiare, si affida a una melina di retro passaggi stucchevoli, che mai avremmo voluto rivedere.
I bianconeri dopo la batosta del pareggio si perdono nei meandri dell’antica memoria, dimenticandosi che siamo inseriti in una nuova storia e con altrettanti giocatori ritenuti da Juve; che una partita di Champions andrebbe ricordata non perché è stato sostituito Ronaldo, ma per una goleada magari.
Non può essere che ogni singola partita con avversari più o meno modesti si trasformi in prestazione di fatica e di eccessivo dispendio.
Eppure, il tecnico dopo un ottimo lavoro di recupero sui giocatori già residenti, non riesce a valorizzare i nuovi, le cui doti sembrerebbero compromesse da limiti fisici o psicologici.
La Juventus deve svegliarsi e uscire fuori: perché tra poco si entra nelle fasi più difficili e per vincere non basterà l’idea geniale del momento.
Cinzia Fresia