Non so cosa ne pensi il lettore, ma ho sempre reputato che essere “un figlio d’arte” possa essere un’arma a doppio taglio: potrebbe, infatti, aiutare il figlio nell’addentrarsi nell’arte del padre ma, al contempo, potrebbe rappresentare un enorme fardello da portarsi dietro…
Chissà allora, quale sia stato il pensiero di Andrea Cannavaro, quando si è apprestato a far rientro in Patria per siglare il suo accordo con la Lazio.
#SettoreGiovanile ⚪️🔵
📝 Andrea #Cannavaro è un nuovo calciatore biancoceleste!➡️ https://t.co/bvChoRha0m pic.twitter.com/BAVoBYVp9O
— S.S.Lazio (@OfficialSSLazio) November 18, 2020
Il cognome parla da sé.
Figlio di Fabio nipote di Paolo, un trascorso all’estero presso le giovanile della squadra allenata dal papà.
Un predestinato, forse, visto che nella sua famiglia, il calcio è arte.
Del resto, il curriculum di Fabio non necessita di alcuna presentazione.
Indubbiamente, Andrea, classe 2004, ben comincia…
Il suo arrivo nella compagine biancoceleste – Under 17 – lascia presagire la possibilità di una fiorente carriera.
Con plauso anche alla scelta effettuata dalla società biancoceleste, tenuto conto che, molto spesso, si accusa il calcio giovanile di non puntare su talenti italiani.
Rispetto alla Cina dove, appunto, ha fino ad ora giocato, dovrà fare i conti con la realtà del calcio giovanile italiano; che riprenderà il 3 dicembre.
Gli addetti ai lavori ne esaltano la stazza: 1,85 metri che, dicono, lo abbiano reso “abile nel gioco aereo, grazie anche alla sua elevazione. A cui abbina una buona tecnica individuale che gli permette di essere bravo in impostazione.”
Ovviamente l’arrivo della nuova leva, a disposizione del mister Marco Alboni, è stato comunicato con una nota ufficiale dalla Lazio, nella giornata di mercoledì scorso.
A noi, nell’attesa di capire (lasciando anche e soprattutto che il tempo faccia la sua parte) il talento in campo di Andrea, non resta che fargli un grosso in becco all’aquila!
Ad majora!
Annalisa Bernardini