Passano gli anni anche per Paulo Dybala: appena maggiorenne approdò al Palermo, oggi è numero 10 alla Juventus. Con quel viso da bambino che lo rappresenterà sempre
“Ma quello è un picciriddu!”: queste furono le parole pronunciate dai palermitani quando per la prima volta videro Paulo Dybala in conferenza stampa.
Paulo oggi ha 24 anni e ancora il volto imberbe e pulito di un eterno adolescente. E’ sempre stato il più piccolo: in famiglia, in paese, nelle scuole di calcio. All’ Instituto de Cordoba indossava una maglia numero 9 così grande che sembrava un vestito e quando segnava i suoi compagni non lo abbracciavano: gli si stringevano intorno quasi a volerlo proteggere. Come custodire una pietra preziosa, una gemma: una Joya, appunto.
L’appellativo è perfetto per lui: proprio come per i diamanti il tempo lavora sul suo talento per renderlo ancora più puro e lucente, prezioso oltre che bello. Occorre pazienza e fatica per farlo emergere dalla miniera, talvolta anche il dolore di una cocente delusione. Il giovane, alla maniera di un bambino agli occhi paterni, vorrebbe dare sempre bella mostra di sè; mal digerisce il peso di un errore soprattutto se questo grava sull’esito della sua squadra, quella squadra che ha creduto così tanto in lui da affidagli la gloriosa “dieci”. Lo abbiamo potuto vedere di recente. Eppure, soltanto le dure lezioni possono forgiare veramente il carattere di un predestinato.
Dybala è un artista del pallone e gli artisti percorrono strade diverse dai “comuni mortali”. Come un ballerino di tango le cui mosse passano inosservate perchè sconosciute ai più, a volte non si fa capire. Al di là del suo incommensurabile talento non sappiamo se un giorno il mondo gli riconoscerà la gloria, il tanto ambito Pallone d’Oro diventato oggi passaggio obbligato per un fuoriclasse.
Quello che è sicuro, è che una parte di lui resterà semplicemente questo: un bambino con un pallone. Un Picciriddu.
Feliz cumple, Paulo Dybala.
Daniela Russo