Ecco cinque aspetti positivi che possono portarli in finale e, perchè no, a raggiungere il traguardo prefissato:
- ESPERIENZA: In questo ultimo decennio la Juve è cresciuta di anno in anno e oggi può essere ritenuta a tutti gli effetti una big. In questi anni i Bianconeri hanno fatto un po’ di ‘allenamento’ in Europa. Dal ritorno in A a oggi si contano tre presenze in Europa League (tra cui un’eliminazione in semifinale) e molte delusioni incassate nell’Europa che conta: nel 2008-09 si è fermata agli ottavi, nel 2009-10 non ha superato la fase a gironi, nel 2012-13 è arrivata ai quarti, l’anno successivo dalla fase a gironi si è dovuta “accontentare” dell’accesso in EUL ma l’anno seguente ha raggiunto la finale di Berlino vivendo una notte magica. La disillusione provocata da quella gara e i tanti sogni infranti nel corso di queste stagioni sono certamente serviti per maturare anche in campo europeo perchè, come si suol dire, sbagliando s’impara…!
Il Monaco torna a giocarsi una semifinale di Champions dopo tredici anni.
- UNA DIFESA DA RECORD: Zero gol fatti dall’attacco stratosferico blaugrana in 180′ fanno impressione ma ciò che è rilevante sono le appena due reti subite dai bianconeri in 10 partite disputate in questa edizione della Champions – una media di 0,20 a partita – (entrambe nella fase a gironi). Come loro solo Ajax (stagione 1995-96) e Arsenal (stagione 2005-06) registrano solo due marcature incassate a questo punto della competizione e entrambe arrivarono in finale. Un dato che, se mantenuto fino alla finale, porterebbe la Juve a eguagliare il record del Milan di Capello che nella stagione 1992-93 non solo alzò la Coppa ma registrò soli 2 soli gol al passivo.
Il Monaco ha subito gol in tutte le partite di Champions League (tranne contro il CSK Mosca, nella fase a gironi).
- CONSAPEVOLEZZA DI ESSERE GRANDE: Di partita in partita, complice quanto detto in precedenza, la Juve è maturata ma ha anche accresciuto la fiducia nelle proprie qualità. La doppia sfida contro il Barcellona e i risultati in Italia hanno fatto prendere alla Vecchia Signora una grande consapevolezza della propria forza. Lo confermano le parole di Barzagli, uno dei senatori : “…Rispetto agli altri anni è cambiata la convinzione di potersela giocare con chiunque a livello europeo… l’anno scorso abbiamo fatto un piccolo passo avanti, siamo andati a Monaco a giocarcela ma non c’era quella che convinzione c’è oggi…“. Anche Marchisio sottolinea come la Juve sia, ormai, in ‘formato europeo’: “…Ora, da tre anni, c’è un’idea diversa dell’avversario quando incontra la Juventus. Due anni fa la finale col Barcellona, mentre l’anno scorso abbiamo fatto una bella partita col Bayern; quest’anno abbiamo dimostrato di aver tolto quella parte in cui la Juve non riusciva ad essere importante in Europa“.
- BRAMA DELLA COPPA: La Coppa dalle grandi orecchie è, ormai, un obiettivo dichiarato dai bianconeri e bramato dal lontano 1995-96. Sono trascorsi ventuno lunghissimi anni dall’ultima Champions vinta. Era la sera del 22 maggio, sotto il cielo di Roma, i Bianconeri sconfissero l’Ajax e capitan Vialli alzò il trofeo tanto ambito. Non bastò il gol realizzato da Ravanelli al 13′: la partita terminò 1-1 e, prima di poter salire sul tetto d’Europa, la Juve affrontò la lotteria dei rigori. Oggi più che mai … è lei il desiderio più grande in casa Juve.
- IL GRUPPO UNITO: L’unione fa la forza, soprattutto in uno sport di squadra come il calcio. Il sacrificio e la dedizione di tutti sono alla base della forza della Juve. Per difendere, per attaccare, per vincere, per saper superare le sconfitte e i momenti difficili, gli attacchi e le critiche, le voci ma anche le pressioni…l’unione, data da rispetto e umiltà è necessaria. Società, staff tecnico, giocatori e allenatore, tifosi…: tutti uniti, compatti, solidi #finoallafine per arrivare a Cardiff e far in modo che, questa volta, il sogno non svanisca.
Caterina Autiero