A un passo dall’impresa, l’Atalanta subisce nel finale il gol del pari del Borussia che le nega gli ottavi. Ma dimostra all’Europa di non essere una Dea minore…
Applauditela, tutti. Tutti in piedi per la Dea. (immagine da bergamonews.it)
Applauditela anche se fa male uscire così, a 10 minuti dall’impresa. A 10 minuti da quegli ottavi di finale che sembravano così lontani, quando dall’urna è stato estratto il nome del Borussia Dortmund. Eppure c’è stata, l’Atalanta. Ha lottato fino alla fine, a Dortmund come al Mapei, peccando purtroppo di ingenuità e di inesperienza.
La gara a Reggio Emilia è stata molto avvincente e malgrado l’offensività dei tedeschi, gli orobici hanno saputo tenere il pallino del gioco.
Bravissimo Toloi a sbloccarla subito, dopo 10 minuti: a quel punto le squadre giocano a viso aperto il tutto e per tutto, con grande dispendio di energie. Cristante si divora la prima ghiotta occasione per il 2-0, e nella ripresa si spinge al massimo: il Borussia vuole il pareggio ma i nerazzurri non mollano, lo sanno, sentono il momento cruciale. Non c’è pioggia, non c’è neve che li possa colpire, c’è solo la partita. La pressione dei tedeschi non concede tregua, ma paradossalmente sono sempre i bergamaschi a dare i maggiori pericoli.(immagine da controataque.it)
Poi accade tutto in cinque minuti: Papu Gomez, imbeccato da Cristante, trova il muro inesorabile del portiere avversario. Non lo alza invece Berisha, il muro, facendosi cogliere impreparato da Schmelzer, un difensore, nemmeno tra i più forti. Una beffa che sa di crudeltà. Gasperini fa entrare subito Cornelius e Petagna, invano: il risultato resta di uno pari.
Un pubblico straordinario -come sempre- si stringe intorno a questi giovani eroi che per quattro mesi hanno regalato sogni e emozioni. Il Mapei Stadium con il suo calore scioglie la morsa gelida di una serata infausta di febbraio. Tutta l’Italia che ama il bel calcio però vuole ringraziare questa squadra spettacolare, coraggiosa, che si è lanciata in questa avventura con la caparbietà e la grinta che nemmeno le nostre grandi possiedono. Senza offesa.
Applauditela ancora, allora. Tutti in piedi per la Dea.
Daniela Russo
(immagine copertina ecodibergamo.it)