Tratta di Baby calciatori: lo Spezia sotto accusa per aver violato le norme in materia di immigrazione clandestina

Vertici dello Spezia interdetti per un anno con l'assusa di aver costruito un "sistema" per far giungere e restare in Italia minorenni nigeriani in modo clandestino

0
354

Dalla Croazia all’Italia, da Rijeka a La Spezia: il mondo del calcio vive un altro caos che questa volta vede il coinvolgimento di minori.

Secondo alcuni documenti entrati in possesso del consorzio EIC (European Investigative Collaboration), la Fifa, nel 2017, ha iniziato a indagare sui trasferimenti di giocatori nigeriani dall’Africa al Rijeka avvenuti tra il 2012 e il 2016.
Il caso che nel 2015 ha messo in luce alcune transazioni scorrette è quello relativo al calciatore Goodness Ohiremen Ajayi, prodotto dell’Accademia di Abuja.
Da qui l’indagine si è allargata fino a esaminare numerosi casi sospetti di calciatori che sarebbero arrivati dall’Africa in Europa ancora minorenni, affidati a un tutore legale e tesserati da dilettanti in squadre-parcheggio fino al compimento della maggiore età.

Immagine : Telenord

Un meccanismo che ha evitato di passare attraverso il procedimento richiesti per i trasferimenti internazionali e del quale era avezzo anche lo Spezia Calcio.

Quell’indagine partita anni fa ha portato, questa mattina, ai provvedimenti che hanno colpito i vertici del club ligure: interdetti per un anno l’amministratore delegato dello Spezia, Luigi Micheli e il presidente Stefano Chisoli, oltre che del presidente della società Valdivara Cinque Terre, Giovanni Plotegher che dovranno osservare il “divieto di esercitare imprese o uffici direttivi di imprese o persone giuridiche che svolgono attività sportiva calcistica, professionistica o dilettantistica”.
L’accusa è quella di aver violato le norme in materia di immigrazione clandestina allestendo un ‘sistema’ per far giungere in Italia – e successivamente mantenere – alcuni giovani promettenti calciatori nigeriani, selezionati, guarda un po’, dalla scuola calcio di Abuja.

Il complesso dell’attività investigativa – comunicano dalla Questura della Spezia – ha messo in luce l’esistenza di un vero e proprio “sistema” finalizzato a far giungere e poi permanere in Italia giovani promettenti atleti minorenni, di nazionalità nigeriana, selezionati nella scuola calcio di Abuja… La volonta’ dei vertici della dirigenza della squadra professionistica spezzina era di aggirare prima la normativa in materia di immigrazione e, successivamente, quelle sportive, mediante un tesseramento fittizio presso squadre dilettantistiche in attesa del compimento della maggiore eta’ dell’atleta selezionato, in vista del successivo tesseramento nella compagine professionistica dello Spezia Calcio e con il fine ultimo di ricavare importanti plusvalenze, anche milionarie, con la cessione dei calciatori ad importanti clubs professionistici, come riscontrato nel corso delle indagini“.

Immagine: Gazzetta di Parma

Secondo la ricostruzione i vertici bianconeri sarebbero stati consapevoli da subito della permanenza dei più promettenti. I giovani nigeriani venivano prima affidati ad un tutore e allenatore della scuola calcio di Abuja, poi in seguito ad altre persone legate allo Spezia. I ragazzi venivano quindi trasferiti e mantenuti in Italia a spese dello Spezia Calcio. Una volta giunti in Liguria, gli atleti con alcuni accorgimenti venivano fatti risultare come minori non accompagnati. Lo Spezia poteva così approfittare delle norme a tutela dei minori, richiedendo il permesso di soggiorno che in situazioni simili viene concesso in automaticoai ragazzi non ancora maggiorenni approdati sul territorio italiano senza accompagnatore.

La tecnica oltre ad aggirare le norme sull’immigrazioneaveva aveva anche lo scopo di superare il divieto, previsto dall’art. 19 del regolamento Fifa e dalle ulteriori specifiche normative sportive in materia, che impedisce di tesserare giocatori minorenni provenienti dall’estero ma che ammettono eccezioni per quelle dilettantistiche: in questo caso, sarebbero stati operati tesseramenti fittizi di baby calciatori presso squadre dilettantistiche, in attesa del compimento della maggiore età e in vista del successivo tesseramento allo Spezia Calcio. Un metodo che secondo gli inquirenti garantirebbe alla società professionistica di ricavare importanti plusvalenze, con la successiva cessione di calciatori a importanti club professionistici.

Il comunicato del club: