Rojadirecta. Parliamone.
Alzi la mano chi non ha mai usufruito della potente piattaforma ideata da Igor Seoane, uno studente galiziano, che da anni consente agli appassionati di calcio (e non solo) di assistere alle più disparate partite in scena sulla faccia della terra senza dover sottoscrivere un abbonamento a una qualche pay TV. Alzi la mano chi non ha mai combattuto con le pubblicità che vanno a coprire proprio l’azione del gol, chi non si è mai fatto quattro risate davanti alle storpiature dei cognomi dei nostri giocatori da parte di cronisti arabi, inglesi o tedeschi. Sempre e comunque ringraziando e beatificando l’immagine di Collina che estrae il cartellino rosso (logo inconfondibile utilizzato ormai da anni da “Roja”).
La piattaforma è sopravvissuta a varie chiusure ritornando ogni volta online più visitata e forte di prima. Tanto da diventare il terzo incomodo in parecchi paesi del Mondo, soprattutto in Spagna: è infatti, ad oggi, il primo grande beneficiario dell’eterno conflitto tra la Bein Sport e la Movistar + per la vendita dei diritti televisivi della Champions League. E potrebbe un giorno mettere in seria difficoltà anche Mediaset e Sky, anche loro in eterno conflitto per i diritti tv delle gare europee soprattutto in questa stagione.
Gruppi come Vodafone e Orange stanno tentando di proporre ai propri abbonati una soluzione alternativa: partite in chiaro in cambio di un numero che varia tra i 6 ei 9 euro al mese. Tale soluzione però, insieme alle spese di ADSL e linee telefoniche fisse e mobile, costerebbe all’abbonato più di 60 euro al mese. L’altra opzione sarebbe la piattaforma Total Channel, un sito web che costa 9,99 euro al mese, ma non è in grado di assorbire tutta la domanda richiesta dai fan. E soprattutto non offre la stessa qualità di Rojadirecta.
Elisa Ferro Luzzi