Tre giornate e il campionato 2016-2017 giungerà a termine, 270° minuti e la favola di Francesco Totti con la Roma avrà il suo finale. Roma- Genoa non rappresenterà, infatti, soltanto il match conclusivo di una stagione contrassegnata da alti e bassi, ma sarà sempre e soprattutto ricordata come la giornata in cui il Capitano ha dovuto rinunciare a guidare il suo “equipaggio”. Un team composto non solo dai compagni di squadra, ma da un’intera tifoseria che, ancora oggi, vorrebbe che quel fatidico giorno tardasse ad arrivare.
Il tempo non può essere fermato e allora i tifosi sono tutti pronti a riservare al loro numero 10 il saluto che merita. Un arrivederci che nasconde la tristezza di una storia che terminera’ accompagnato dalla consapevolezza che i grandi amori non finiscono mai. Rimangono i ricordi di venticinque anni trascorsi fianco a fianco, la condivisione di delusioni, la gioia di momenti indimenticabili, le turbolenze dei cambi di Presidenza, e le risalite dopo le cadute, tutto vissuto insieme, nel rispetto reciproco e nella chiarezza assoluta del loro rapporto. Rispetto e chiarezza, due parole che continuano a “volare”nella mente dei supporters giallorossi, due termini che non hanno accompagnato l’uscita di scena di una bandiera che alla Roma ha dedicato la propria carriera. La piazza non ha digerito il trattamento dedicato dalla dirigenza a Francesco durante i suoi ultimi mesi calcistici e, non riesce a comprendere come la notizia del suo ritiro possa essere stata comunicata, come se nulla fosse, durante la conferenza di presentazione del nuovo ds, dallo stesso dirigente, giunto nella Capitale da poche settimane. Lo stesso tempo ristretto che è rimasto, così, all’ambiente per metabolizzare l’addio al calcio di Totti.
Tutti, dai giornalisti agli appassionati di questo sport si sono domandati se questo fosse stato il modo più corretto per gestire la situazione e la risposta, nella maggioranza, risulta essere unanime e negativa. Così a Roma si è alzato un altro “polverone”, l’ennesimo, anche in conseguenza alla mancata sostituzione di Spalletti che domenica scorsa, nell’ultima di Totti a San Siro, non gli ha concesso i minuti che sarebbero bastati alla bandiera romanista per calcare ancora da calciatore, uno dei rettangoli verdi più importanti del mondo. Al termine del match l’allenatore ha spiegato le proprie motivazioni, ma le ragioni non sono state comprese da chi attendeva quel momento. Il pubblico del Meazza ha salutato a modo suo il giocatore, dedicandogli un lungo applauso e uno striscione per il “rivale” Francesco Totti. Il web è stato il mezzo più utilizzato per far arrivare, almeno metaforicamente, lettere dirette a lui e provenienti non soltanto dai sostenitori giallorossi, ma anche da quelli fedeli ad altre squadre, tutte accompagnate da un messaggio comune di ringraziamento.
In tutto questo susseguirsi di ” attacchi mediatici” e “difese”,di parole di sostegno e non, Totti ha dimostrato, ancora una volta, il professionista che è e, due giorni fa, per smorzare un’atmosfera non idilliaca, ha deciso di pubblicare un messaggio diretto a tutti, attraverso il quale ha evidenziato ancora una volta come la sua Roma, almeno per lui, venga prima di tutto.
Il futuro si deciderà, ma, nel frattempo, una pagina di questo avvenire già si sta scrivendo: il 28 magggio l’Olimpico sarà tutto esaurito, uno stadio vestito a festa, perchè un campione merita che anche il suo addio venga festeggiato. Lo scenario sugli spalti non serve molta fantasia per immaginarlo, i cori che si alzeranno nel cielo di Roma saranno tutti dedicati a lui, “grazie Roma” diventerà “grazie “Francè” e, quando al triplice fischio qualche lacrima scenderà sul volto della gente al grido di un ” Un Capitano c’è solo un Capitano“, la favola di Totti e della Roma avrà scritto il finale, un lieto fine.
In molti hanno richiesto che la maglia numero dieci venga ritirata mentre , altri, Spalletti incluso, ritengono che sarebbe come impedire ai bambini di oggi di sognare di seguire le orme di un grande numero dieci. Se la divisa con il numero dieci sarà tolta di scena oppure no, ancora non si può sapere ma un dato certo c’è: ogni favola ha la propria storia, i suoi protagonisti ed una conclusione ma quella di Francesco è stata, è e rimarrà sempre la più bella storia giallorossa. Chiunque vorrà rivivere tutto questo , potrà rileggere i molteplici capitoli susseguitisi negli anni e si renderà conto che è realmente una storia senza fine.
Chiara Vernini