Gli anni che passano rappresentano un peso per ogni giocatore ma se ti chiami Francesco Totti le candeline sembrano spegnersi più facilmente. Oggi il capitano della Roma raggiunge il traguardo dei 40 anni, ma se hai dedicato la tua vita al calcio e ci arrivi potendo respirare ancora il profumo del campo, questo giorno assume un sapore particolare. La regola vuole che i regali vengano scartati nel dì del compleanno, ma se due giorni prima il pubblico avversario si alza in piedi al tuo ingresso per renderti omaggio, forse la regola può esser “trasgredita”.
La parola standing ovation, però, per la bandiera romana non è di certo nuova. Nessuna eccezione che conferma la regola dunque in questo caso, perché Totti è stato spesso destinatario di ovazione provenienti da spettatori che non tifavano il team da lui rappresentato, anche se in grado di riconoscere i volti dei talenti di questo sport. La scorsa stagione San Siro e il Bernabeu non hanno tentennato e, al momento della sostituzione, un applauso ha abbracciato tutto lo stadio arrivando dritto al destinatario. Il pubblico della Scala del Calcio e i tifosi madridisti hanno avuto il privilegio di godere del bel calcio e sanno rendere merito anche a chi, pur non essendo cresciuto in casa loro, questo gioco potrebbe insegnarlo a chiunque. Merito di tifosi dimostratosi sportivi, e merito di un giocatore resosi capace di farsi rispettare dalle tifoserie dalle squadre più blasonate a livello internazionale dimostrando come non servano i titoli per guadagnarsi la stima, ma il talento. Il Meazza e il Bernabeu sono solo due esempi di un atteggiamento rivolto al capitano giallorosso, opera, in più occasioni, di molti altri supporter. Un gesto spontaneo, il più comune, partito anche per testimoniare la bellezza di altri gesti, quelli atletici che il dieci romanista ha saputo regalare. Uno su tutti, la rete realizzata di sinistro al volo contro la Sampdoria.
La soddisfazione di esser apprezzati dai tifosi è certamente gratificante, ma lo è allo stesso modo la consapevolezza di essere stimati dai proprio colleghi. Da Lionel Messi a Sergio Ramos, da Modric a Casillas, passando per chi con lui ha giocato o semplicemente i grandi che lo hanno affrontato. Tutti uniti da una certezza:Totti è Totti.
Lo sanno bene i suoi di tifosi, quelli che in qualsiasi partita, in qualsiasi minuto, qualunque risultato sia scritto sul tabellino, rendono lui una standing ovation per caricarlo di quell’amore, reciproco, che li lega da 25 anni. Dunque mai come in questo caso è giusto dire: 40 anni e non sentirli. Tanti auguri Francesco!
Chiara Vernini