Tanti i record battuti in carriera. Tante le emozioni regalte.
Tanta la dedizione e la passione dedicata al calcio restando umile e coerente coi propri valori e fedele al suo cuore.
Tanti i gol segnati, tante le prodezze.
Antonio Di Natale, detto Totò, è tra i più prolifici attaccanti della storia del calcio italiano, essendo il sesto realizzatore di sempre del campionato di Serie A con 209 gol.
Ha vinto per due stagioni consecutive (2009-10 e 2010-11) la classifica marcatori della Serie A.
Il 24 gennaio 2011 è stato nominato Migliore calciatore italiano 2010 dall’Associazione Italiana Calciatori.
Antonio Di Natale muove i primi passi a Empoli ma prima di affermarsi nella terra del Chianti ha giocato in prestito nell’Iperzola, nel Varese e nel Viareggio giocando prevalentemente come esterno sinistro.
In maglia azzurra gioca 5 stagioni, dal 1999 al 2004, prima di trasferirsi all’Udinese dove resterà fino al termine della carriera.
Con l’Empoli, le sue prestazioni crescono e inizia a prendere sempre più confidenza con il gol.
Nel 2002, dopo 16 centri messi a segno, conquista la promozione in massima serie.
L’Empoli resta in Serie A due stagioni e Totò è schierato insieme a Rocchi e Tavano. Una salvezza tranquilla il primo anno poi la retrocessione al penultimo posto l’anno dopo.
Arriva la chiamata dell’Udinese e, sposato da poco Ilenia, Totò decide di cogliere l’occasione bianconera. Non immaginava che in Friuli, lui che è napoletano, si sarebe trovato così bene da mettere radici: Udine diventa la sua casa.
Dodici anni di bianconero lo hanno reso uno dei giocatori più amati di sempre.
Ha guidato l’Udinese dal 2004 al 2016 ed èil primatista di presenze e di reti con la maglia dell’Udinese in Serie A (385 presenze e 191 reti) e nelle competizioni UEFA per club (37 presenze e 17 reti).
Al primo anno bianconero è subito Champions League. I friulani superano il primo turno preliminare e si giocano il passaggio del girone fino all’ultimo ma la doppietta di Totò non basta.
Ogni anno l’attaccante cresce, e i vari mister alternatisi in panchina capiscono che l’Udinese non può fare a meno del suo estro e soprattutto dei suoi gol.
Tra il 2007 e il 2013 sono ben 132 le reti in 198 partite di campionato, due titoli di capocannoniere e due qualificazioni ai preliminari di Champions.
Nel 2010 la svolta: il rifiuto alla Juventus che lo ha portato a un legame ancora più forte con il club dei Pozzo e con i tifosi friulani.
Di Natale a Udine sta bene, la sua carriera non ha bisogno di una piazza di blasone perchè lui sa che si può essere grandi anche in una piccola realtà, e lo ha dimostrato.