Time to believe… per l’anno prossimo. Napoli fuori dall’UEL

Il Napoli perde anche al San Paolo, gli azzurri lasciano l’Europa, Insigne tra i fischi e un altro obiettivo sfumato. E' giusto parlare di fallimento?

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Il Napoli perde anche al San Paolo, passa l’Arsenal e gli azzurri lasciano l’Europa. Un altro obiettivo stagionale sfumato. Tuttavia quant’è giusto parlare di fallimento? Insigne nella sua 300esima presenza esce tra i fischi

Per vincere e portare a casa la qualificazione per la semifinale di Europa League servivano “coraggio, intelligenza e cuore” diceva Ancelotti, il primo a credere nella rimonta non impossibile.

Ma il destino delle italiane è ben diverso, tutte fuori dalle competizioni europee

Dopo la Juventus contro l’Ajax martedì in Champions, anche il Napoli esce al San Paolo contro l’Arsenal.

Andata da dimenticare

Ci eravamo lasciati giovedì scorso all’Emirates Stadium di Londra con un 2-0, col fiato sospeso e le mani giunte per un miracolo azzurro che si sarebbe dovuto compiere nel ritorno al San Paolo. La remuntada. Ma purtroppo nel Napoli non ci sono mostri alieni scesi in campo a compiere magie né triplette per far qualificare la squadra. Certamente mi riferisco a Ronaldo della Juve. Nonostante l’uscita ai quarti la Juve può vantare (seppur con svariati debiti) nella rosa un alieno venuto da Madrid. CR7 che nella sfida d’andata contro l’Atletico Madrid agli ottavi, sotto di due gol, è riuscito nell’impresa remuntada al ritorno. Il Napoli no. Il Napoli nella rosa presenta gente comune, calciatori di grande valore sì, a tratti fenomeni, ma non alieni. I mostri sono quelli che nei momenti di difficoltà risolvono la partita quasi da soli. Ma comunque in fin dei conti gli azzurri hanno una qualità: il gioco di squadra. La gioia nel vincere e la tristezza nel perdere, insieme, non mancano mai. Lo hanno dimostrato.

Il Napoli forse meritava di uscire, ma non di perdere la partita: gli azzurri hanno giocato col cuore e pure bene

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@sscNapoli

Gli azzurri hanno dimostrato spirito di squadra, passione, orgoglio nel gioco e nell’indossare la maglia con coraggio, intelligenza e cuore, così come chiedeva il Mister. È mancata la precisione sotto porta: se non fosse stato per i due clamorosi errori Milik che per poco non ha centrato la porta e le svariate, troppe, volte di Insigne in fuorigioco, il Napoli avrebbe pure vinto. E magari anche per 4-1. Invece oltre a non centrare neppure una volta lo specchio della porta la sconfitta arriva. Persino in casa, per varie ragioni. Il mal posizionamento della barriera su calcio di punizione e il tardivo intervento di Meret. Episodi del genere, da attaccanti di classe e portieri in erba ma già talenti, inaspettati ma soprattutto deleteri.

Attenzione però a parlare di fallimento, qual è davvero la causa del calo della squadra?

Un’altra uscita da un’altra competizione stagionale, tuttavia farne un dramma non è eccessivo? Certo, riecheggia delusione tra i tifosi e addirittura si parla di fallimento ma soffermiamoci a pensare per un istante: i fallimenti sono ben altri. Per esempio, quando rafforzi la squadra per competere in tutto e per tutto ma fallisci miseramente. Uscire ai quarti di Europa League quindi non rappresenta un fallimento dal momento che il Napoli in estate ha cambiato metà della rosa allenatore compreso, dando così vita ad un ennesimo nuovo progetto societario.

E’ importante poi considerare e non sottovalutare il fattore Hamsik-Cina e il conseguente passaggio di quella fascia da capitano troppo pesante per un ragazzo come Insigne, calato fisicamente e mentalmente nell’ultimo periodo, preso da troppe responsabilità. C’è poi da considerare anche il fattore pubblico: non a caso il calo del Napoli è coinciso con questi ultimi due fattori.  Anche se – alla fine – c’è poco da commentare e i tifosi andrebbero pur capiti.

Come si può mai pretendere specie al sud, dove in fattore economico è determinante e dimezzato rispetto al nord, che si riescano a pagare cifre simili per le tv private (come Sky) e altrettante per una partita che è già persa (come questa in UEL) oppure non porta nulla ai fini della classifica (come in campionato) e come se non bastasse entrare persino in uno stadio piuttosto fatiscente?

Stadio San Paolo

L’orgoglio…

Ciò che però rende orgogliosi i napoletani è che la squadra, pur essendo sotto di due gol, sia scesa in campo credendo in una rimonta alquanto fattibile. I 40 mila al San Paolo spingevano più che mai anche se il risultato complessivo era di 0-3. Più di tutto a riempire i cuori è stato vedere come i ragazzi abbiano affrontato questa partita, radicalmente diversa rispetto ad una settimana fa a Londra che si vide un Napoli irriconoscibile e soprattutto inguardabile.

…e la vergogna partenopea

Dispiacciono i fischi durante il cambio di Insigne, partita in cui per altro ricadeva la sua 300esima partita al Napoli. Fischi troppo duri per il ragazzo di Frattamaggiore. A rimproverare i tifosi ingrati ci pensano Koulibaly e Mertens ai microfoni, non una bella figura dalla tifoseria considerata una delle più belle d’Italia.

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Insigne
Foto: @sscnapoli

Una pessima figura però la fa anche Insigne senior che a fine partita si esprime dando del “pacco ad Ancelotti”. Insigne va difeso, in quanto giocatore del Napoli, ma bisogna ammettere che dopo una bassa prestazione del figlio certe uscite sarebbero anche evitabili.

 

 

Valentina Vittoria