4 maggio 1949 – Sono passati quasi 70 anni dalla tragedia che ha colpito tutta l’Italia in cui è rimasta vittima la squadra del “Grande Torino”.
Vicenda che ha sconvolto tutti senza distinzioni, al di là di ogni colore e rivalità.
Il Grande Torino ci ha lasciato così, sgomenti e impotenti dinanzi a tale tragedia che ha abbracciato tutti gli amanti del calcio e non.
Giacinto Rosciano, 58 anni di cui 52 da tifoso della Juventus ogni anno, da ormai 4 anni, prende i suoi due figli e li porta alla basilica di Superga e racconta loro di quello che è stato il Grande Torino, della sua storia e dalla tragedia che l’ha portato via.
Ognuno di noi dovrebbe inebriarsi e appassionarsi di storia e sport, indipendentemente dalla fede calcistica e Giacinto spera di poter inculcare ai suoi figli – anche loro juventini – i valori che ne conseguono
«Mi sono sempre considerato uno sportivo, prima di tutto, e uno che vive qui non può ignorare la storia del Grande Torino. Speriamo serva, con tutto quel che si vede attorno ai campi da calcio: la sportività, bisogna insegnarla».
«Oggi, lezione di sport, anzi, di cultura sportiva. Io, Gabry e Franci abbiamo reso omaggio agli Invincibili del Grande Torino che qui smisero di giocare il pomeriggio del 4 maggio 1949. Al tempo straordinari atleti, oggi inamovibili titolari della Nazionale celeste»
Così scrisse Giacinto Rosciano in un suo post su Facebook nel ricordo dell’eterno Grande Torino, perchè resti tutto così..per sempre indelebile!
Raffaella De Macina
Foto: Corriere Torino