‘Ti te dominet Milan’.
Per la legge del contrappasso l’Inter fa tutto quello che deve fare: con grinta e cuore vince il derby e si prende Milano e il terzo posto
L’Inter vince il derby e ribadisce quella supremazia cittadina che aveva già stabilito con la vittoria nella gara di andata. Non succedeva dalla stagione 2011/2012 di vincerne due su due: dopo aver vinto all’andata anche in quel caso per 0-1, ribadì il dominio cittadino con una partita di ritorno altisonante. Non succedeva da quel 6 maggio 2012, quando la Nord esponeva un magniloquente “Ti te dominet Milan“.
Incredibili e meravigliose insieme le coincidenze del caso: oggi come allora l’Inter torna a dominare Milano, riprendendosi ciò che le era stato tolto o quantomeno messo in discussione.
La sconfitta a Cagliari, la vittoria del Milan, il sorpasso e un +1 che sarebbe potuto diventare +4 se fosse andata diversamente.
Le paure che potesse accadere un Eintracht 2.0 erano tante, specie dopo un tour de force sfiancante fisicamente quanto psicologicamente.
La sconfitta di giovedì e l’uscita dall’Europa League avrebbero potuto sottrarre energie vitali sul piano morale già compromesso dalle varie vicissitudini. Tuttavia l’Inter ha dimostrato contro ogni pronostico di essere ancora perfettamente in gara soprattutto con se stessa.
Se giovedì ha fatto tutto quello che non avrebbe dovuto fare, la squadra risponde con la legge del contrappasso di cui è solita avvalersi, facendo tutto ciò che avrebbe dovuto fare. Contro ogni pronostico si approccia alla partita egregiamente sin dalle prime battute e il qualcosa in più lo mette quello dall’alma mas grande: Matias Vecino.
Vecino: garra e intelligenza
Come un cliché da romanzo, nelle partite cruciali riesce sempre a metterci del suo, segnando la rete della differenza. Anche ieri sera si fa magicamente perdonare le brutte prestazioni di cui si è reso protagonista di recente. Diventato un talismano di cui l’interista in partite così non vorrebbe mai fare a meno anche soltanto per scaramanzia, a fare la differenza è proprio la sua garra tanto cara ai nerazzurri. Ma stavolta la discriminante è anche e soprattutto un’intelligenza tattica egregiamente applicata.
Smarcato e libero di costruire, sale alzando il baricentro e calcia provando a metterla in mezzo ma il tentativo respinto lo favorisce ancora, scambia con Perisic e va ad occupare l’area. Perisic spedisce a Lautaro che di testa la serve all’uruguagio che con potenza, a due passi da Donnarumma si fionda e insacca: 0-1 Inter. Oltre al gol, Vecino si rivela uno dei migliori della partita, imbastisce un primo tempo quasi perfetto e dà quel carattere mentalmente e tatticamente necessario a dare fiducia ad una squadra che riesce a fare bene quasi tutto.
De Vrij raddoppia, il Milan accorcia ma poi Politano
Quasi e non tutto perché se solo avesse evitato le solite sbavature il primo tempo si sarebbe pure potuto chiudere 3-0 a favore degli ‘ospiti’. Dettagli che fanno la differenza e che in partite in cui le cose girano meno bene, potrebbero costare tanto. A sbagliare proprio Vecino e anche Milan Skriniar che su un corner colpisce sbilenco un pallone che se sfruttato meglio avrebbe impensierito Donnarumma. La ripresa comincia con l’Inter ad averne ancora più dei cugini e non è un caso se arriva il raddoppio nerazzurro.
De Vrij: un gol per recuperare
L’Inter in pressione guadagna calcio d’angolo che Politano batte corto scambiando con Brozovic. Il croato la rende a Politano che mette in mezzo trovando la testa di Stefan De Vrij che chirurgicamente trova il varco superando tutti, Donnarumma compreso. L’ex Lazio che a Francoforte ha giocato la miglior partita da quando è all’Inter, di recente si è macchiato di qualche piccola défaillance come quella contro la Fiorentina. Tuttavia e malgrado anche ieri non abbia fatto la miglior prestazione di sempre, si fa perdonare tutto con l’inzuccata che è valsa l’esplosione di San Siro.
Politano che splendore: corre, lotta, fa assist e si procura il penalty
Se Stefan De Vrij è una certezza che di tanto in tanto vacilla, non si può dire lo stesso di Matteo Politano. L’ex Sassuolo continua a rivelarsi fondamentale attestando ad ogni partita il percorso di crescita che sta vivendo. Uno dei pochi salvabili giovedì, fa bene in fase di costruzione quanto in fase di conclusione seppur faccia un lavoro più mirato al servizio altrui che alla ricerca del gol. Si muove sulle fasce, rientra, taglia gli spazi accentrandosi, ha una buona visione di gioco che gli permette di spaziare e una buona capacità di cross. Oltre a servire il pennellato pallone spedito in rete da De Vrij, si guadagna anche il rigore valso la vittoria.
Dopo la rete del difensore centrale, il Milan accorcia le distanze con Bakayoko che su palla inattiva riesce a battere Handanovic con un gran tiro di potenza. Tuttavia non passa molto dal gol e l’esterno destro nerazzurro, mentre prova un incursione in area di rigore, viene steccato in area da Castillejo. Guida indica il dischetto e per sicurezza controlla pure al Var che la decisione sia corretta, ma il fallo sussiste, è in area: penalty per l’Inter. Lautaro va sul dischetto, glaciale e impassibile batte per la terza volta l’estremo difensore rossonero che si piega ancora una volta ad un rigore di un argentino.
Per un Icardi che va, un Lautaro che viene
Lo scorso derby, quello dell’andata come gli altri prima, più che di uomini derby si parlava di uomo derby che trovava espressione in Mauro Icardi.
Il numero 9 contro il Milan non si stancava mai di stupire e al contrario ad ogni stracittadina tirava fuori un coniglio dal cilindro.
Ma Mauro, ancora una volta non c’è e ancora una volta non si presenta a San Siro.
Non si complimenta con i compagni e anche sui social tutto sembrava tacere fino a qualche ora fa, quando sopperisce con un post Instagram in cui augura “Buongiorno a Milano (nerazzurra)”
Le preoccupazioni che la sua assenza aveva destato erano parecchie, specie in vista di un derby che sembrava a larghi tratti sorridere più al Milan.
Que jugador que diez hay
Ad un Mauro sempre più lontano dall’Inter sopperisce un Lautaro Martinez sempre più legato all’Inter. L’argentino fa tutto perfettamente, dai movimenti in campo alla prontezza sotto porta, passando per quell’altruismo nel servire i compagni. Elementi che latitano in Mauro e che caratterizzano Lautaro.
La prima rete nasce da un’ottima visione di gioco e un’altrettanta perfezione di movimento: il Toro, mai domo, segue lo svolgimento dell’azione, va in profondità e sul traversone di Perisic aggredisce il primo palo. Anticipato il difensore, con una sponda spedisce sotto porta dove in agguato arriva Vecino. Ci mette testa, cosce, grinta e lucidità da manuale per leader. Con la voglia di far bene e incidere, il classe ‘96 non sembra neppure percepirla la pressione che il momento e l’importanza del match potrebbero giocare. Entra nel match facendolo suo, padronanza che sancisce con la sicurezza e la determinazione con le quali si presenta di fronte a Donnarumma al 67’. Impassibile, imponente e quasi impaziente di calciare: carica un destro glaciale freddando il 99 rossonero.
Con l’identikit da boss, si conferma diez e giocatore da Inter per dirla alla Spalletti. Con tutte le caratteristiche da nerazzurro, Lautaro si prende la Beneamata con tecnica, talento ma soprattutto tanta passione e anima. Ad oggi l’assenza di Mauro inizia a preoccupare meno.
L’Inter riconferma lo strano trend positivo contro le squadre più ostiche, vince contro il Milan e sovverte gli scenari sedimentati nelle ultime settimane. Si rivela più forte della squadra di Gattuso ad onta di tutto, stravince un derby con tutti gli elementi che finora erano latitati: testa, tattica, tecnica, cuore e identità. Vince, si prende ancora una volta Milano e si riprende il terzo posto zittendo chi finora aveva parlato di tracolli e fallimenti e tra una cosa e un’altra resiste e insiste.
Egle Patanè