“Cambia il ruolo, ma sono sempre io”
Thiago Motta torna al Genoa a dieci anni di distanza, non più con un pallone tra i piedi ma dalla panchina.
Era il 14 settembre 2008 quando il ventiseienne Thiago arriva a Genova carico di sogni. Indossa la numero 88 rossoblù e mostra al mondo le sue capacità. Una stagione straordinaria per il Genoa con Motta come regista e un altro sudamericano, Diego Milito, come goleador.
Quella di Genova è la grande occasione del brasiliano, naturalizzato italiano, dopo le esperienze non proprio rosee in Spagna. Thiago nasce in Brasile, ma possiede la cittadinanza italiana per discendenza.
Inizia la sua carriera nel mondo del calcio nelle giovanili del Juventus-SP, club brasiliano di San Paolo. A 17 anni il Barcellona lo ingaggia, gioca le sue prime stagioni con la squadra B ma dopo due anni è già in prima squadra. Il brasiliano riesce subito a imporsi come pilastro del centrocampo blaugrana, ma le sue prestazioni verranno poi condizionate dalla rottura dei legamenti del ginocchio destro nel 2004.
Tre anni dopo quel grave infortunio approda all’Atletico Madrid, ma la sfortuna non lo abbandona. Dopo l’esordio ecco un altro stop per lui dovuto alla rottura del menisco interno del ginocchio sinistro. A fine anno avrà giocato solo 6 gare e totalizzato zero reti, numeri che convinceranno la società a non rinnovargli il contratto. Thiago rimane quindi svincolato.
Ma ecco arrivare la sua occasione, in Italia, il Paese del bisnonno Fortunato: si trasferisce al Genoa e fa il suo esordio in Serie A. Motta e Milito trascinano i rossoblù fino all’Europa League.
Il centrocampista dimostra di essere un abilissimo regista, forte e abile sia in fase difensiva sia in quella di attacco. Preciso nei passaggi, dotato tecnicamente e con un buon tiro dalla distanza, unica pecca probabilmente la velocità per la quale ha subìto spesso critiche.
Le sue qualità attireranno però l’attenzione dell’Inter e nella stagione 2009-2010 si trasferisce, insieme all’amico argentino Milito, a Milano. In maglia nerazzurra raggiungerà forse l’apice della sua carriera. Il centrocampista realizzerà 12 reti in 83 presenze ufficiali, ma sopratutto vincerà sei titoli: 1 Campionato Italiano, 1 Champions League, 1 Mondiale per Club, 2 Coppe Italia e 1 Supercoppa Italiana. Thiago sarà uno dei protagonisti dell’indimenticabile triplete dell’Inter, allora guidata dal tecnico Josè Mourinho.
Conclusa la sua esperienza con la Beneamata, , nel 2012, si trasferisce al Psg. A Parigi, dopo sei anni altalenanti tra alti e bassi, deciderà di ritirarsi dal calcio giocato per intraprendere la carriera di allenatore.
Inizia con la formazione Under-19 del Paris Saint-Germain, ottiene la qualifica UEFA di primo livello, ma decide di lasciare la panchina a fine stagione nonostante gli ottimi risultati.
Viene poi nominato, qualche mese più tardi, nuovo tecnico del Genoa. Un ritorno a casa per Motta, che esordisce dalla panchina con una vittoria. Un 3-1 contro il Brescia che ha segnato anche un nuovo record nella storia della Serie A. Tutte le reti dei rossoblù infatti vengono realizzate da tre subentranti diversi.
A Genova, in passato, è riuscito a risollevare una carriera in bilico, segnata dai gravi infortuni. Oggi c’è da salvare una squadra in difficoltà, che ha bisogno sì di un ottimo regista, ma che diriga al meglio dalla panchina. Per ora, buona la prima!
Alessandra Cangialosi