Serie tv, la quarantena si fa con Netfilx
Una premessa è d’obbligo: chi scrive non è una appassionata di serie tv, anzi, tutt’altro.
Circostanza quest’ultima che, inizialmente, non è stata smentita nemmeno in tempo di quarantena.
Ma diciamocelo: la coerenza è la virtù degli sciocchi…
E inoltre la astinenza da calcio si fa sentire!
E’ così che, una serie tv dal titolo “The English Game” non poteva passare inosservata.
L’ambientazione è in Inghilterra, anno 1879, nella cittadina di Darwen per lo più popolata da operai impiegati nelle fabbriche di cotone.
Lo svago di quest’ultimi, oltre al pub, è il calcio, che li porterà sino allo scontro con l’Old Etonians nei quarti di finale di FA CUP…
Per quel che riguarda la trama della serie, qui mi fermo, per evitare di anticipare al lettore quel che accade nelle sei puntate trasmesse su NetFlix.
Quel che ci interessa raccontare è piuttosto come la pellicola sia riuscita a descrivere perfettamente gli albori del calcio inglese e l’avvento del calcio professionistico.
Non solo.
Ci racconta, altresì, come il gioco del pallone sia figlio di un sentimento popolare e per farlo, affronta le tematiche connesse col proletariato: i salari, le ore di lavoro, gli scioperi, la condizione femminile.
E questa realtà, si scontra vistosamente e inevitabilmente con il ceto borghese (consideriamo che siamo in piena rivoluzione industriale).
Insomma una serie che condensa tanto realismo, tanta storia e ci ribadisce come il calcio possa essere motivo di condivisione, aggregazione e riscatto sociale.
Una serie, pertanto, che rompe gli schemi: niente banalizzazione del male.
Una serie che offre degli spunti di riflessione importanti su uno sport tanto amato quanto osteggiato da taluni intellettuali.
Se amate il Calcio e se potete, non perdete The English Game su Netflix: la storia dell’unica FA Cup vinta da una squadra di dilettanti ‘Notte pic.twitter.com/liD0wv6Bty
— Maurizio Pistocchi (@pisto_gol) March 29, 2020
Spenta la TV, dobbiamo allora correre a rispolverare, per una visione di insieme, Pasolini, Gramsci e Galeano…la funzione sociale del calcio è all’ordine del giorno, ieri come oggi.
Uno sport in grado di unire anche coloro che sono separati sugli spalti.
Da ultimo, il pensiero, vista la tematica della serie, va a dei ragazzi a Piazza della Libertà, quelli che giocavano il nuovo gioco proveniente dell’Inghilterra ed hanno portato il calcio a Roma: fondando la Lazio… Loro, guidati da Bigiarelli erano mossi dalla stessa sete di riscatto e sono riusciti a fondare una storia che dura da 120 anni.
Annalisa Bernardini