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Tevez, dall’altra parte del globo c’è un altro “immortale”: l’Apache decisivo nel Boca

Non solo Ronaldo e Ibra, anche Tevez, con il Boca, nonostante l'età, sa essere ancora decisivo

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In Italia celebriamo Ronaldo e Ibra, colpiti dalla grandezza di non più giovani campioni che risultano, nonostante l’età, decisivi e perni delle rispettive squadre in cui giocano.

Ibrahimovic – Ronaldo, la sfida in Serie A è tra “immortali”

Ma, basta attraversare l’oceano per scoprire che c’è anche un altro veterano che sta dimostrando che il gol non conosce età.

Trentasei anni e non sentirli, anzi… avere ancora la forza di emozionare: questo è Carlitos Tevez.

L’attaccante argentino, capitano del Boca, ha fatto ritorno a casa, in un momento che lo vedeva ancora protagonista in Europa (giusto l’anno della finale di Champions League raggiunta con la Juventus).

Ritornato in Argentina, nel 2015, inanellerà una serie di colpi che evidenziano il suo non essere ancora un giocatore sulla via del tramonto.

Celebre il gol, arrivato al 72’, contro il River quando il risultato era fermo sull’1-1.
Un gol pesante, festeggiato con una corsa iconica verso la Doce, prima di arrampicarsi sulla rete di recinzione. Un gol che incoronò il Boca è campione e permise all’Apache di collezionare  il suo decimo titolo con gli xenéizes.

tevez boca
fonte immagine: profilo twitter ufficiale Carlitos Tevez

Carlitos, al suo ritorno, vince Primera División e Copa Argentina e, nel 2016  torna a giocare la Libertadores e, anche lì, segna contro il Bolivár.

Nel mese di dicembre però, dopo un addio strappalacrime alla Bombonera, Carlitos si trasferisce in Cina, allo Shanghai Shenhua.

Ecco, l’Apache “va a fare il pensionato” avrà pensato qualcuno. E in effetti, lo stesso calciatore  afferma che la parentesi cinese era necessaria, per lui: la definisce una “finestra di descanso”Infatti, in Cina giocherà  appena 16 partite e non disputerà una stagione brillante quindi farà ritorno al Boca.

«So di essere agli sgoccioli della mia carriera. Voglio soltanto godermi ogni volta che entro in campo» disse… 

Eppure,  Carlitos smentirà perfino sè stesso.
Prestazione dopo prestazione, dimostrerà di essere tutt’altro che logoro e a fine carriera.

Partecipa alla vittoria della Primera División e al cammino in Coppa Libertadores conclusosi, però, con la scottante sconfitta in finale contro gli storici rivali del River Plate.

Le statistiche, però, sono inequivocabili: 9 gol e 2 assist in 17 presenze, di cui 6 da subentrato. Praticamente un giocatore ancora decisivo e fulcro. 

Nella scorsa stagione ha contribuito attivamente alla vittoria del quarto campionato argentino per i gialloblù. Suo il gol dell’1-0, realizzato alla Bombonera l’8 marzo 2020, contro il Gimnasia La Plata, valido per la conquista del titolo.

Dieci gol e due assist in 14 presenze in tutte le competizioni. Il rendimento di Carlos Tevez nel 2020 è stato straordinario.

Dopo il lockdown Carlitos è diventato sempre più goleador e leader: Olé parla perfino di “resurrezione“.

Julio Santella, storico preparatore fisico di Carlos Bianchi, uno dei mentori calcistici dell’Apache ha rivelato: “Il suo comportamento è sempre stato professionale. Carlitos è intelligente, ha capito che alla sua età avrebbe dovuto lavorare il doppio per rimanere sul pezzo. Si chiama istinto di sopravvivenza”.

Questo finale del 2020 vede Carlitos fare i conti con il suo senso di responsabilità, con il suo amore per il calcio ma anche con i dolori della vita.

Lo stesso giocatore ha rivelato di essere particolarmente preoccupato per le gravi condizioni di suo zio Raimundo, considerato come un padre, visto che il genitore biologico è stato ucciso prima della sua nascita.

«È molto dura e vivo emozioni diverse – ha raccontato il capitano del Boca Juniors a ESPN Argentina – perché a volte sto bene e altre volte invece scoppio a piangere durante l’intervallo. Non riesco a spiegarlo. Questi sono momenti difficili, vado a trovare mio padre e poi devo essere forte per giocare a calcio».

E, come se non bastasse, l’attaccante è stato molto scosso dalla scomparsa del Pibe de Oro con il quale aveva un rapporto unico. 

Così, l’Apache, ha preferito non scendere in campo in campionato per la morte del suo idolo ma lo ha omaggiato durante quella competizione che per il mondo Boca è un’ossessione.

Carlitos, infatti, in Copa Libertadores, contro l’Internacional, segna ed esulta mostrando la numero 10 indossata da Maradona quando lasciò il calcio giocato nel 1997.

Immortale e inarrestabile, ancora una volta Tévez ha dimostrato di saper reagire alle pressione e ai momenti negativi.

Nelle sue prime stagioni al Boca pensava si sarebbe di lì a poco ma oggi, a 36  anni, con una carriera importante che lo ha visto vincere sia la Copa Libertadores che la Champions League, riesce a essere ancora determinante, come solo i grandi sanno fare.