Venerdì 17 di un anno bisestile, in piena pandemia, fortunatamente è passato.
Gli amanti del calcio, però, avranno sicuramente notato che in tale giorno cade anche il compleanno di un ex centrocampista di talento, Stefano Fiore.
Di certo, Fiore può vantare un curriculum di eccezione.
Dalla Nazionale ai suoi primi passi con il Parma storico, quello dalle grandi vittorie e con Zola titolare per intenderci.
Ma Fiore è stato anche un grande protagonista della Lazio, con arrivo a Roma nella stagione 2001/2002.
Sono stati anni difficili quello che lo hanno visto protagonista nella squadra biancoceleste. Difficili, per i guai finanziari e soprattutto sono stati anni di transizione. Dai fasti dell’ era Cragnotti al traghettatore, indimenticabile, Ugo Longo.
Arriva a Roma dopo la sua esperienza a Udine, trova in panchina Dino Zoff, volto a lui noto in quanto già suo mister in Nazionale.
Viene schierato con Giannichedda.
Ma con l’arrivo di Zaccheroni la sua presenza in campo è al quanto discontinua… Fiorira’ grazie all’esordiente Roberto Mancini in panchina.
Anche per merito delle sue reti, la Lazio, in quel periodo, colleziona buoni piazzamenti in calssifica; gareggia tanto in Europa League quanto nei preliminari di Champions.
Ed anzi, è proprio lui che nella stagione 2003-2004 conduce – grazie ai suoi gol – la Lazio alla vittoria della Coppa Italia; nella partita di andata, infatti, è protagonista della doppietta rifilata alla Juve. E quello stesso anno è capocannoniere del torneo.
Ottimo anche il suo rapporto con i tifosi. Così viene ospitato all Olimpico durante la prima, meravigliosa, edizione del 2014 di “Di padre in figlio”.
Insomma, Stefano Fiore è la dimostrazione che il 17 non è affatto un numero sventurato.
Vista la sua carriera e la sua incidenza, tutta in positivo, in favore delle squadre presso cui a militato.
Con l’augurio che possa proseguire al meglio anche la sua attuale carriera da collaboratore atletico nel Perugia.
Ad majora, Stefano!
Annalisa Bernardini