Juve-Roma fino a poco tempo fa una sfida scudetto. Oggi lo scenario è completamente diverso e, rispetto all’andata, perfino capovolto. Se i bianconeri sono, come di consueto (eccetto un periodo di défaillance a inizio campionato), in piena lotta per il tricolore, l’avversaria principale non è più la Roma. La squadra di Spalletti (altra novità rispetto agli ultimi precedenti tra le due) è in piena crisi e alla ricerca di un’identità. La Juve dopo averla smarrita l’ha ritrovata.
Orgoglio, punti, dimostrazione di forza: in gioco, per l’una e l’altra squadra c’è questo ma molto altro ancora. La sfida tra Bianconeri e Giallorossi ha radici storiche; è una rivalità tra due modi diversi di vivere il calcio; uno scontro tra chi ha una bandiera di nome Totti e chi Del Piero. Insomma, #JuveRoma non può non essere considerato un big match.
Il nostro #RoadTo questa volta vedrà due voci, due generi e due epoche diverse dire la loro sulla propria squadra, sulla partita e, stuzzicati un tantino, anche sull’avversario.
Milanese di nascita ma bianconera di fede Roberta Bonanno (cantante, ex concorrente e finalista di Amici) e il giallorosso Paul Mazzolini meglio conosciuto come Gazebo (colui che con la hit “I like Chopin” fece ballare il mondo intero nel 1983) ci raccontano il loro #JuveRoma.
All’Olimpico, alla seconda di campionato, finì con la vittoria giallorossa: da una parte segnò l’inizio della crisi bianconera dall’altra diede linfa e consapevolezze alla Roma. Oggi è tutto l’inverso. Come te lo spieghi?
Roberta: La Juve è una squadra forte fisicamente e mentalmente e questo le ha permesso di incassare risultati negativi, digerirli e risorgere. Ha anche una società solida che credo sia, invece, la debolezza della Roma (ma non solo, penso anche a club come il Milan). Inoltre, non è la prima volta che la Roma parte bene e poi piano piano si spegne e credo sia dovuto a vari fattori, su tutti, una società non solida.
Paul: La Roma di Garcia é stata fenomenale il primo anno con intuizioni geniali come per esempio l’intesa Totti – Gervinho (il primo inventava il passaggio di prima ed il secondo correva come nessuno). Già dall’anno scorso però, con la fragilità e le conseguenti assenze di questi e di altri uomini chiave, la squadra è risultata incapace di costruire il proprio gioco e imporre la propria personalità. L’inizio stagione della Juve é stato altrettanto drammatico vista l’assenza di uomini fondamentali al suo gioco come Pirlo (era l’ombra di se stessa). Era evidente che aveva bisogno di riconfigurarsi e oggi, grazie alla mentalità vincente ed ad acquisti azzeccati, si é rimessa in piedi alla grande. L’assenza, invece, di leaders veri in grado di non essere individualisti e di imporre la logica della squadra, ha reso la Roma fragile e inconsistente (sopratutto in difesa). Mi dispiace per Garcia che meritava un rosa più ampia di giocatori in grado di sostituire i titolari ma la piazza (la vera padrona della squadra) l’aveva già condannato.
Juve-Roma è comunque un big match: i 3 punti sono importanti per….?
Roberta: Siamo a due punti dalla capolista dopo una bellissima cavalcata: vincere per continuare a mettere pressione al Napoli (se non addirittura …)
Paul: La Roma ha un bisogno assoluto di riprendere a vincere sia per il morale che per la classifica.
Pensi a Juve e Roma e non puoi non pensare automaticamente a due bandiere: Del Piero o Totti? Perché?
Roberta: Sembrerà strano ma per me 50 e 50. Del Piero è la storia della Juve e anche il simbolo con il quale sono cresciuta ma ho avuto la fortuna di conoscere personalmente Totti che oltre a essere un grande calciatore è anche una splendida persona.
Paul: Beh, da Romano e Romanista non posso che scegliere Totti anche se Del Piero é stato un grandissimo oltre che (mi sembra) persona simpatica ed umile.
Dopo Totti e Del Piero hanno entrambe le compagini “designato” come loro eredi due centrocampisti, che sono già ambedue uomini simbolo, Marchisio e De Rossi? Chi dei due e perché?
Roberta: Marchisio è classe, sobrietà e il cuore mi fa dire lui anche se De Rossi trovo sia un bel “macho” quindi da donna 50 e 50.
Paul: De Rossi anche se purtroppo la sua tendenza a fare falli ed ad innervosirsi facilmente lo rende inconstante nel rendimento e gli toglie la possibilità di entrare nell’olimpo dei grandissimi.
Un aggettivo per Allegri e uno per Spaletti?
Roberta: Allegri direi sorprendente. Ero la prima scettica anche l’anno scorso: non mi aspettavo una stagione sorprendente come quella passata e non mi aspettavo riuscisse a guidarci nella rimonta e invece… ; Spalletti è il grande ritorno.
Paul: Il primo sopravalutato e credo che quest’anno potrà scrollarsi le impostazioni di Conte e dimostrare il suo valore; il secondo, non lo vedo determinante. A Roma, vista la piazza e la tendenza dei giocatori a sentirsi divinità ci vuole un sergente di ferro come Capello o come il Garcia (sergente appunto) dei primi tempi.
Roberta: Io credo che molto spesso gli allenatori sono il capro espiatorio di tutta una serie di problemi e difficoltà.
Paul: Si é troppo romanizzato: ha cominciato a chiamare Totti “Er Capitano”, si é fidanzato con una romanista, ha cominciato a prendere quel strano accento franco-romanesco… ha allentato le briglie ed infine é stato sfortunato con alcuni infortuni di giocatori importanti. Io Garcia lo avrei tenuto fino a giugno, tanto Spalletti i miracoli non li può fare a breve.
C’è qualcosa che invidi agli avversari? (Se si, cosa?)
Roberta: No nulla. Invidio solo la moglie di De Rossi 😉
Paul: Alla Juve invidio questa mentalità vincente che le permette ogni volta che per un motivo o un altro finisce in ginocchio di rialzarsi e diventare protagonista. A Roma (e questo vale anche per i cugini) la piazza é veramente troppo ingombrante e umorale: influisce e interviene sempre in maniera pesante su dirigenti e giocatori e questo rende l’atmosfera irrespirabile sia quando i risultati arrivano (e tutti vengono esaltati a più non posso) che quando le cose vanno male e tutti vengono bocciati. Ma un giudice per la qualità dei tifosi ? Ci vorrebbe. Lasciamoli giocare dai!… é solo un sanissimo e bellissimo sport.
Chi o cosa sarà decisivo per l’esito della partita?
Roberta: Da una parte c’è la Juve che non si piega davanti a nulla ed è vogliosa di dimostrarsi forte dopo aver preso batoste, aver messo la coda tra le gambe e silenziosamente è tornata. Dall’altra c’è una squadra ferita ma orgogliosa. Dipenderà, secondo me, da chi scenderà in campo con più fame.
Paul: E’ una domanda difficile. Sarà importante per la Roma non innervosirsi, cercando di applicare gli schemi e le tattiche di Spalletti. Mi auguro che Dzeko si svegli e che Totti ritrovi nelle gambe quella costanza atletica che gli faccia inventare una delle sue. Aspetto anche Pjanić.
Roberta: Premettendo che siamo in corsa in tutte le competizioni e che il triplete è sulla carta perseguibile credo sia giusto, anche a costo di disperdere energie, provare a centrare tutti gli obiettivi ma io, da juventina milanese, se proprio dovessi scegliere …. vorrei arrivare alla finale di Champions che si terrà a Milano.
Paul: Un piazzamento Champions ma la vedo dura: ci sono almeno altre 3 squadre in ballo e in forma da superare.
Se potessi recapitare un messaggio alla squadra (per caricarli) prima di entrare in campo cosa diresti?
Roberta: Avete dimostrato che anche i grandi cadono ma che sanno rialzarsi e nulla li scalfisce e c’è un pubblico che vuole ancora vivere grandi soddisfazioni.
Paul: Calma e determinazione.
Caterina Autiero