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Sport e inclusione: la nuova, importante sfida di Ciccio Graziani

A 71 anni, l'ex campione del mondo Ciccio Graziani si rimette in gioco allenando una squadra di giovani atleti con disabilità

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A 71 anni, l’ex campione del mondo Ciccio Graziani si rimette in gioco allenando una squadra di giovani atleti con disabilità

“Sei tutti i limiti che superi”.

Quante volte ci è capitato di leggere o pensare a questa frase motivazionale ad alto impatto. Quante volte l’abbiamo applicata nel concreto?
Quanti limiti fisici, mentali, emotivi, generazionali e sociali abbiamo superato?

Chissà se avrà pensato anche a questo uno come Francesco Graziani, per tutti Ciccio. Il suo nome non può non riecheggiare tra gli amanti storici del calcio italiano.

Il bomber, attaccante di razza e specializzato nel gioco aereo, che ha legato la sua storia alla Roma, prima ancora alla Fiorentina, al Toro e anche alla Nazionale campione del mondo nel 1982, dopo aver appeso gli scarpini al chiodo, si è dedicato alla carriera di opinionista ma anche di dirigente e di allenatore, ma evidentemente per quest’ultima opzione ha nutrito e nutre una certa preferenza.

Ne sono la riprova le varie esperienze in campo, testimoniate anche da quello che di l’esperimento televisivo del reality show CAMPIONI, IL SOGNO, format in cui era allenatore del Cervia.

Ed oggi, alla suonata età di 71 anni, il nostro Ciccio si è rimesso in gioco.

E che gioco, è il caso di dire!

È infatti il nuovo allenatore della squadra della società aretina dell’Olmoponte. Una squadra super speciale, perché formata da bambini e giovani con disabilità.

Una sfida sicuramente entusiasmante e formativa per tutti, figuriamoci per un combattente pirotecnico come Ciccio Graziani, il quale ha presto dichiarato di volere portare la squadra a competere nei tornei e nei campionati per atleti disabili.

Uno come Graziani, che nella zona è una vera e propria istituzione, ha già attivato i canali a sua disposizione per fare in modo che la squadra abbia tutto il necessario per la sua crescita e per il raggiungimento degli obiettivi prefissati.

A questa nuova e bellissima realtà non si può non augurare lunga vita e tanti successi.
Un passo alla volta, perché la bellezza dell’inclusione attraverso lo sport è fatta di piccoli ma significativi passi.

Contro ogni barriera fisica, mentale, emotiva e sociale e anche contro ogni limite, quel limite che, una volta superato, contribuisce a forgiare egregiamente “la persona”.

 

Simona Cannaò

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