Più che Fiorentina-Roma quella che ieri si è giocata al Franchi sembra esser stata un Fiorentina-Fiorentina perché dei giallorossi ieri se n’è vista soltanto l’ombra sbiadita. Una vittoria viola che passa alla storia perché di goleade viola così ampie non se ne vedevano da un pezzo, specie perché questa goleada è avvenuta contro la Roma.
Roma che disastro
Una Roma che la scorsa stagione aveva battuto il Barcellona finendo in Semifinale di Champions e che malgrado le partenze importanti avvenute nel calciomercato estivo che avevano infiammato la piazza, sembrava comunque render giustizia a Monchi e tutto il management giallorosso che si erano rifatti grazie ad uno Zaniolo (ri)scoperto figliol prodigo.
Certo le partenze di Alisson, Nainggolan e Strootman non si dimenticano in mezza stagione, ma il campionato del belga al cospetto del baby Nicolò arrivato come controparte aveva quantomeno consolato i giallorossi privati del loro Ninja, leader indiscusso in quel di Roma, ma non altrettanto in quel di Milano.
La rosa non è certo al di sotto del livello di competizione, quantomeno in Italia, e puntare il dito contro i giocatori sembra quasi un’ingiustizia, malgrado le varie vicissitudini che hanno visto persino un Dzeko annebbiato per tutto il girone d’andata. Intanto tra flop e infortuni, la Lupa riesce a risalire di qualche posizione, finendo appena sotto il Milan, al quinto posto; ma non è certo tutto oro quel che luccica perché in zona Europa l’affollamento è parecchio, la distanza tra le squadre è di giusto qualche punto e i giallorossi, a quota 34, distano dal Torino (decimo) soli 4 punti.
Ieri nonostante tutto, gli uomini di Di Francesco si presentavano al Franchi da favoriti al cospetto di una Fiorentina che sì, in campionato, dista soli quattro punti parimenti al Toro, ma che nelle ultime due partite aveva rischiato pure fin troppo, pareggiando con la Samp e vincendo una partita che sembrava pure essersi messa male contro il Chievo, salvata prima da un solito immenso Federico Chiesa e poi dall’errore dal dischetto di Pellissier che non segna quella rete che avrebbe potuto pesare sul risultato finale.
Spettacolo viola: immenso Federico Chiesa, ma che intelligenza Pioli!
Ma Pioli ha capito i suoi e lascia in panca l’imperfetto (fin qui) Simeone e mette davanti Muriel, intuisce bene su Pezzella e all’infortunio di Hugo lo mette centrale, mossa azzeccatissima perché l’argentino si rivela saracinesca invalicabile per i due attaccanti giallorossi El Shaarawy, Schick, così Dzeko dal secondo tempo che perdono, se non tutti ma quasi, i contrasti con l’ex River Plate.
Ma la vera intuizione Pioli la fa nella preparazione al match, quasi perfetta: capisce che la Roma va prima neutralizzata rubandole gli spazi e poi colpita in velocità e contropiede sfruttando ogni calo di attenzione dei capitolini che in tal senso toppano di frequente.
Il fisico e la prodezza di Chiesa giocano la loro parte e infatti l’attaccante ci mette soli sette minuti per mettere in pratica quanto predicato dal tecnico parmigiano e su un bellissimo contrasto vinto di Benassi ai danni di Pastore che fa partire Mirallas, supera tutti e insacca in rete il primo di una lunga serie di gol.
Ma non solo, perché il numero 25 ne segna altri due, persino dopo un mezzo infortunio che sembrava costringerlo ad uscire dal campo; il ventunenne si ricorda di non cadere, non questa volta e non in questo caso e si rialza, stringe i denti e segna il decimo gol stagionale su assistenza di Benassi – che meno di dieci minuti prima era andato in rete, segnando il secondo gol della sua carriera in Coppa Italia-.
Al quarto score che sembrava chiudere la partita, il piccolo (neanche troppo) Fede, non può che lasciarsi andare in quella che è l‘esultanza che commuove il Franchi e l’Italia e con le dita al cielo dedica quella (quasi) vittoria a Davide Astori, al quale va il pensiero dei viola ogni qualvolta che c’è da gioire.
Cholito, finalmente tu
Ma non solo Chiesa, perché la freschezza del Cholito entrato al 73′, al posto di Muriel anche lui in gol al 33′, è devastante.
Ci mette sei minuti l’ex Genoa a mettere la firma e tornare al gol prendendoci gusto. Il numero 9 infatti, a secco dal 16 dicembre contro l’Empoli, ne segna due in dieci minuti e dopo il 6-1 mettendo dentro pure l’ottavo gol della partita, settimo dei viola.
Sembra incredibile lo spettacolo fiorentino ma a sembrare surreale non è soltanto la pioggia di reti dei padroni di casa quanto l’assenteismo degli ospiti che sembrano veramente traslati su un altro pianeta. Il tutto sancito dall’espulsione di Edin Dzeko che perde la testa e sembrerebbe sputare all’arbitro.
Se da un lato gli applausi sono indirizzati quasi tutti a Stefano Pioli, primo grande artefice di questa impresa storica, non si può altrettanto dire del tecnico della panca opposta, sempre più vacillante. La permanenza di Eusebio Di Francesco sulla panca capitolina sembra molto vicina al capolinea e dopo la dura reazione di pallotta nel post gara di bergamo, la sconfitta al franchi potrebbe essere una sirena d’emergenza che l’ex tecnico neroverde non può non sentir squillare.
Ai microfoni Di Francesco ha parlato di una ritirata che non avverrà, non da parte sua almeno, ma il cappotto di ieri è stato probabilmente l’ultimo degli errori concessi e adesso, fuori pure dalla Coppa Italia, dovrà davvero tentare una risalita in classifica a partire da domenica sera contro il Milan all’Olimpico dove sbagliare sarebbe veramente un suicidio.
Se Pallotta resisterà dalla tentazione di non poterne più, non sono dello stesso canto i tifosi romanisti che al ritorno della squadra in Capitale si sono accaniti contro la squadra senza neppure troppa diplomazia.
Egle Patanè