Speravo de morì prima, le nostre impressioni
Francesco Totti è prossimo ai 40 anni e sa di dover abbandonare la carriera di calciatore per raggiunti limiti di età.
I segnali arrivano da più direzioni: dalla solida moglie Ilary che lo sprona a prepararsi ad accettare il verdetto dell’età, e dalla società, soprattutto da Spalletti che diventa il suo antagonista.
Tratto dal libro scritto da Paolo Condò con la collaborazione del giocatore, la serie si muove in un arco temporale che inizia con il piccolo Francesco che dà i primi calci al pallone fino alla chiusura con il calcio giocato.
Il celebre bomber è in crisi e in conflitto con l’allenatore Spalletti che gli dimostra ostilità.
Il neo tecnico giallorosso non sopporta che la squadra sia vincolata a questa presenza non più competitiva.
Le liti con Spalletti dividono i Romanisti ma la maggioranza dei tifosi si schiera con il Capitano.
Fino a quando a porre fine a questo conflitto non interviene la Società, proponendo a Francesco un rinnovo di contratto per un anno e successivamente un ruolo da dirigente.
Il giusto compromesso per chiudere una carriera vincente e pluripremiata ed aprirne un’altra.
Francesco però si sente di voler giocare ancora non è pronto a lasciare il campo, e prende in considerazione offerte provenienti dall’estero.
Telefona ai suoi amici di Nazionale Alex Del Piero e Andrea Pirlo.
Chiede loro come va, come si sta in India, in America o in Australia, gli amici lo invitano a sdrammatizzare e ad aprirsi verso nuovi paesi anche se di culture diverse.
Ma Francesco non ci sta, non ce la fa.
Vive la situazione come un tradimento nei confronti dei suoi colori e di una città con la sua gente, per lui una seconda pelle.
Alla fine accetta il rinnovo e il resto è storia…
L’interpretazione di Pietro Castellitto, primogenito di Sergio e della moglie Margaret Mazzantini convince a metà.
Soprattutto nelle prime puntate l’attore fatica ad entrare nel ruolo e interpreta il calciatore molto lontano dal personaggio reale, con lo sguardo perso nel vuoto.
Tuttavia il personaggio si riprende strada facendo e ne esce il ritratto di un uomo buono, sensibile, positivo e affezionato alla famiglia e agli amici.
Chi ha la peggio invece è Luciano Spalletti colpevole e senza appello, interpretato da un bravissimo Gianmarco Tognazzi.
L’ex tecnico della Roma viene proposto come una persona psicologicamente instabile, dispotico e soggetto a sbalzi d’umore.
Che diventa crudele e persecutorio quando Francesco dimostra di non essere d’accordo con lui.
Spalletti è insofferente alla crisi di un giocatore ingombrante e dal quale non si può prescindere.
Il tecnico vede nell’atteggiamento di Totti un impedimento alla realizzazione del progetto e fa di tutto per farlo capire soprattutto alla stampa.
Ma i tifosi vogliono lui: Francesco.
Conoscendo il lavoro del tecnico e della sua ottima reputazione, ci chiediamo se le cose siano andate veramente così.
Sarebbe corretto per par condicio conoscere il punto di vista e la motivazione per la quale è avvenuta la rottura.
La serie si muove con frequenti flash back, poi il colpo di scena.
Nell’ultima puntata Francesco in occasione della sua ultima partita Pietro Castellitto lascia il posto all’autentico Francesco Totti che interpreta se stesso nel suo finale di carriera.
La serie si chiude e non ci si può che commuovere davanti ad una persona amata a prescindere dalla sua squadra.
Come juventina ho sofferto molto Francesco da avversario, in particolare per la sua avversione dimostrata contro la Juventus.
Oggi conoscendolo meglio lo rivaluto come essere umano. Il Totti uomo si è dimostrato coerente e di buoni sentimenti sia nella vita privata che in quella lavorativa.
L’ex giocatore condivide con sua moglie Ilary un impegno sociale in difesa dei bambini come ambasciatore dell’Unicef e degli animali abbandonati, finanziando un ambulanza veterinaria al comune di Roma.
Alla fine Francesco Totti resta una bandiera che rappresenta l’identità culturale di una città. Il leggendario Capitano lascerà il ruolo di dirigente sportivo, diventando imprenditore raggiungendo finalmente la serenità che merita.
La serie nonostante la difficoltà narrativa funziona e verte esclusivamente sul personaggio principale tanto da rendere il resto del cast personaggi di contorno.
In sostanza la storia ruota su tre personaggi: Francesco, la madre Fiorella e Luciano Spalletti.
La signora Fiorella è la chiave del successo di Francesco, legatissima e innamorata del talento del figlio, è una donna forte che vuole avere tutto sotto controllo.
Una mamma che sostiene psicologicamente il figlio e soffre con lui nel momento in cui viene contestato.
Per questo ruolo è stata scelta Monica Guerritore la quale non ha avuto nessuna difficoltà ad interpretarla.
Cinzia Fresia