SPECIALE JUVE-ROMA – Stagione 2011/12: la Roma di Luis Enrique crolla di fronte all’inarrestabile Juve di Conte

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Juve contro Roma. Le due squadre più forti del nostro campionato si daranno battaglia domenica pomeriggio in un sfida che, anche se non risulterà decisiva, ci darà sicuramente qualche interessante risposta. Sarà ancora dominio Juve? La Roma riuscirà a prevalere dopo tanto tempo sull’odiata rivale?

Dopo la scorsa stagione, gli occhi degli appassionati di calcio sono ancora tutti puntati su giallorossi e bianconeri, perché anche questa volta sembrano essere loro le protagoniste indiscusse. Eppure, solo due anni fa la situazione tra le due squadre non sembrava così equilibrata.

Ricordate la Roma di Luis Enrique? Era la stagione 2011/2012 e l’allenatore spagnolo arrivava da Barcellona con il suo bagaglio calcistico fatto di spregiudicatezza e calcio super offensivo. Arrivava dalla panchina del Barcellona B, certo di portare nella capitale la filosofia di gioco del Barça di Pep Guardiola e rappresentare così la vera sorpresa della stagione. Eppure qualcosa dev’essere andato storto nei piani del neo allenatore giallorosso, perché la Roma chiuderà il campionato al settimo posto in classifica, con Enrique che a maggio annuncerà la sua partenza da Roma per poi lasciare il posto a Zdenek Zeman.

 Tutt’altra musica invece in casa Juventus: dopo aver concluso le ultime due stagioni al settimo posto in classifica, la Vecchia Signora ritornava ad accarezzare la vetta, conquistando, dopo una lunga battaglia con il Milan, il tanto desiderato tricolore. Per i tifosi non c’era alcun dubbio: il merito era tutto di Antonio Conte, l’uomo della rinascita, capace di spazzare via i veleni e le recriminazioni di Calciopoli ancora presenti negli incubi dei tifosi juventini, per far riassaporare loro il dolce sapore della vittoria.

Così, quando Juve e Roma si incontravano, la gloria e le soddisfazioni erano tutte per i bianconeri. Dopo il pari dell‘Olimpico, con Chiellini che riacciuffava il risultato dopo il gol di De Rossi e Totti che sbagliava il rigore utile per portare la sua squadra in vantaggio, il forte divario tra le due squadre diventava sempre più evidente nella gara di ritorno giocata a Torino. Finì 4 a 0, con i giallorossi umiliati e bombardati da un super Vidal, autore di una doppietta, un grande Pirlo, a segno su rigore e uno splendido gol di Marchisio.

 Insomma, non c’era partita: la forma fisica eccellente dei bianconeri aveva permesso alla squadra di giocare una gara che rasentava la perfezione, facendo a brandelli quel che restava di una Roma, ormai in caduta libera verso il flop stagionale. Quel che però di più sorprendeva dei giallorossi era l’atteggiamento rinunciatario, la facile arrendevolezza che dopo pochissimi minuti sopraggiungeva quando prematuramente si constatava il fallimento. Poca grinta e poca voglia di combattere: probabilmente Luis Enrique non era riuscito nell’intento di inculcare ai suoi la mentalità vincente che una squadra come la Roma dovrebbe avere, quella mentalità che lui stesso respirava a Barcellona e che invece nella capitale era andata per dispersa. Lo spagnolo avrebbe dovuto imparare da Antonio Conte, che proprio sulla grinta, il carattere e la forte combattività aveva basato la ricostruzione della sua Juve conquistando risultati eccellenti.

 Ma quest’anno è un’altra storia. Sulle due panchine non ci sono più Conte ed Enrique; al loro posto Max Allegri Rudi Garcìa hanno fortemente cambiato il volto delle due nemiche, apprestandosi a scrivere una nuova avvincente pagina nella storia del campionato italiano. La squadra capitolina, dopo l’ottima stagione disputata l’anno scorso, sembra essere anche quest’anno la squadra più accreditata a rubare lo scettro di regina del campionato alla sua storica rivale e non possiamo fare a meno di pensare che domenica ci sarà la solita lotta all’ultimo sangue, in pieno stile Juve-Roma a cui siamo abituati.

Claudia Rosco