Alla vigilia del big match di domani, durante il quale Juventus e Roma si sfideranno a pari punti per conquistare la vetta solitaria della classifica, non possiamo non ricordare gli anni duemila, quegli anni in cui bianconeri e giallorossi si contesero lo scudetto, sempre a Torino, e a quello storico Delle Alpi abbattuto nel 2008 per lasciare spazio al nuovo Juventus Stadium. Era la stagione 2003/2004: la Juve difendeva il titolo di Campioni d’Europa, desiderosa di fare il bis, dalle sferzate di Roma e Milan, che poi la spuntò sulle due agguerrite avversarie. Uno degli incontri più importanti di questo campionato fu proprio Juventus-Roma: un 2-2 che risale al 21 settembre 2003, terza giornata.
Il match parte subito in modo dinamico ed esplosivo. Le due squadre in campo lottano a più non posso, entrambe certe di poter sbloccare lo 0-0 iniziale e violare così per prime le rispettive porte avversarie. Peccato che, a sbloccare il tutto, ci pensa un infortunio, quello di Alex Del Piero, che viene sostituito – fortuna dei bianconeri – da un Marco Di Vaio in splendida forma. È proprio l’attaccante romano (guarda il caso) a portare in vantaggio la Juve al 21′, battendo in mischia Pelizzoli. Un vantaggio “bluff”, se così possiamo chiamarlo, perché Christian Chivu, grazie a un magistrale calcio piazzato, riporta il punteggio in parità. Marco di Vaio ci riprova, e ce la fa: punizione di Nedved, ed è ancora il capitolino, con un tocco di punta, a battere il portiere bianconero sul primo palo.
Juve in vantaggio sul 2-1, il secondo tempo smette di essere un conflitto scoppiettante, ma una vera e propria “guerra di posizione“. I bianconeri difendono il vantaggio, la Roma ci prova, Buffon fa miracoli tra i pali. All’87’, pochi minuti prima del triplice fischio finale, Jonathan Zebina prova il tiro da fuori area: il classico “tiro della domenica” che sorprende l’attento portiere bianconero e non manca di centrare la porta. Il match tra le due big di Serie A finisce 2-2. In campo, due squadre che non hanno nessuna intenzione di mollare la presa, di smettere di lottare, di concedere all’avversario i tre importanti punti della vittoria. E domani, se si dovesse replicare questo inizio di stagione 2003/2004, le capolista… beh, sarebbero ancora due.
Eleonora Tesconi