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SPECIALE #BAGGIO50 – Il Divin Codino e il Buddismo: quando il gioco si fa duro i duri cominciare a vi…vere

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Perché proprio il Buddismo? Beh, perché non essere felici della propria vita? Quando il gioco si fa duro i duri cominciano a vi…vere. Sì, proprio così. Era il 1987 quando il Divin Codino, com’è stato soprannominato il bomber veneto fin dall’inizio della sua carriera –da quando incominciò a far rabbrividire di gioia le tribune colme dei tanti tifosi che lo amavano, giorno dopo giorno sempre di più –, si trovò a dover fare i conti con un brutto infortunio al ginocchio, che, “tragedia immane per il mondo calcistico”, avrebbe potuto compromettere la sua carriera, agli inizi, ma in costante ascesa.
Fu proprio in questo periodo di “crisi”, sia sportiva che emotiva, che grazie a un amico il calciatore cominciò ad avvicinarsi al Buddismo. Racconta lui stesso nel documentario Io che sarò Roberto Baggio: “Lui comincia a incuriosirmi durante i primi problemi al ginocchio. Un giorno gli dissi: Ti posso parlare di una cosa che mi ha fatto stare bene? Gliene parlai, poi sparì. Dopo qualche settimana mi chiamò e mi disse: Il primo giorno dell’anno sono da te”. Perché il primo giorno dell’anno è una data molto importante per la religione buddista: è il giorno in cui tutto comincia: l’inizio del mese, l’inizio dell’anno, l’inizio della primavera… e le persone che celebreranno questo giorno potenzieranno le loro virtù e saranno amate da tutti.

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Comunque, non ci volle molto… dal giorno del “suo primo avvicinamento”il Divin Codino si accostò sempre di più al Buddismo, e ne capì l’importanza della fede: che si segue sempre la testa, che ci porta dove vuole. Siamo comandati dalle nostre emozioni, ma queste non sempre sono giuste per la nostra vita. “Il Buddismo–afferma Baggio –mi aiuta a chiarire quali emozioni assecondare e quali abbandonare”. Non quella che lo ha spinto per anni e anni a inseguire la sfera raggiante sui campi della Serie A, ovviamente.
Durante una delle tante interviste sul tema, Baggio sottolineò quanto la fede lo stava rendendo sereno: “Mi basterebbe vivere sempre come adesso, con tutta la felicità che ho dentro. Riesco a dare valore a quasi tutte le cose che faccio”.

Quello tra il bomber e la fede buddista è un legame che da sempre incuriosisce tutto il mondo del calcio, dai tifosi ai compagni di squadra, dagli allenatori ai giornalisti sportivi: che cosa si nasconde nell’anima del calciatore fenomeno? Non tutta la sete delle nostre domande può essere placata… qualche dettaglio rimarrà a svolazzare nella sua aura di spiritualità. Nella giornata del tripudio al grande campione, che proprio oggi compie 50 anni, una grande applauso… a chi ha contribuito a fare la storia del calcio italiano, a chi ha indossato con onore maglie come quella di Fiorentina, Juventus e Milan. Un applauso grande come quello che gli ha riservato, nel 2014 ,la folla che lo attendeva davanti al centro culturale Ikeda di Corsico, alle porte di Milano, dove ha presenziato all’inaugurazione di quello che, con i suoi mille posti a sedere, è diventato il più grande luogo di culto d’Europa. E lì non ci poteva essere che lui, anche senza gol, anche senza stadio, ma con tanti “tifosi e fedeli”, quelli sì. Ed è proprio lì che il Divin Codino ha ribadito: “Il buddismo? È stata la fortuna della mia vita”.

Eleonora Tesconi
 

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