SPECIALE #BAGGIO50 – Gli auguri dei giornalisti Riccardo Cucchi e Luca Colantoni

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Sulle nostre pagine, non mancano gli auguri speciali dei nostri colleghi giornalisti Riccardo Cucchi e Luca Colantoni.

 

Ho sempre pensato che il calcio fosse poesia. Quando ho avuto il privilegio di vedere Roberto Baggio in campo, di raccontarlo, ne ho avuto la certezza. Chi ama il calcio, ama Roberto Baggio. Perchè Roberto è il calcio.

Riccardo Cucchi

 

Era il 2000. Ad un certo punto di quella stagione la radio locale dove all’epoca lavoravo decide di farmi fare le radiocronache della Roma, squadra che seguivo già come cronista dal campo e per un quotidiano nazionale. La prima radiocronaca fu a fine gennaio. A Milano, San Siro, di scena Inter-Roma. I giallorossi persero 2-1 e il secondo gol interista fu suppergiù così: “Batti e ribatti al limite dell’area romanista, il pallone si impenna in direzione di Baggio che si coordina, mezza rovesciata goooooollllll”. Mi uscì un urlo al gol della squadra avversaria, roba non da “cronista di parte”, ma da amante del pallone. Impossibile non alzarsi in piedi ed applaudire alle prodezze di chi scrive a lettere d’oro la storia del calcio, anche se in quel momento è un tuo avversario. Roberto Baggio, un campione senza età, senza tempo, senza una squadra di riferimento, ma appartenente a tutto il calcio italiano e internazionale. Un genio capace di far uscire dal suo cilindro giocate da brividi e dribbling ubriacanti tecnicamente con coefficiente di difficoltà altissimo, ma fatte da lui con una semplicità imbarazzante. Anni dopo, ricordo che lavoravo a Milano ed intervistai il compianto Gino Corioni, allora presidente del Brescia che mi disse: “Una sera ero a letto, saranno state le due di notte. Mi chiama al telefono il mio direttore sportivo e mi dice che era quello il momento, prendere o lasciare. Subito. Dissi a mia moglie di preparare il caffè e lo ricevetti in cucina, in ciabatte e vestaglia, non potevo perdere tempo a vestirmi, dovevo far firmare il contratto a Roberto Baggio”.

Il tanto citato Dio del Calcio, 50 anni fa, si avvicino al pancione di mamma Matilde, lo accarezzò e ne uscì un predestinato. Lui e il pallone, una simbiosi tanto unica quanto rara da poter perdonare anche un rigore gettato al vento che poteva regalare un mondiale all’Italia. “I rigori li sbaglia chi ha il coraggio di tirarli”, disse. E come fai a non amare un personaggio del genere. Un calciatore perfetto. Uno di quelli che, finita la sua storia… è iniziata la sua leggenda.
Auguri Campione
Luca Colantoni
Messaggi raccolti da Giusy Genovese