SPECIALE #BAGGIO50 – Firenze, lì dove ebbe inizio l’era del Divin Codino

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Non è mai facile parlare dei grandi e il calcio non si è mai risparmiato nel regalare alla storia grandi campioni, grandi personaggi. Oggi, in occasione del suo 50esimo compleanno, parliamo di Roberto Baggio, campione dalla personalità controversa, uomo schivo, introverso, rimasto nel cuore e nelle menti degli appassionati nonostante si sia concesso e si conceda tutt’oggi pochissimo ai media. Amato anche dai più giovani che, grazie ai racconti dei genitori (e di YouTube, ovviamente!), rivivono la leggenda del ‘Divin Codino’. Insomma, Roberto Baggio ha segnato un’era.

Il fantasista dai piedi fatati è approdato al grande calcio da un giorno all’altro: notato in C1 con il Vicenza è la Fiorentina che riesce ad accaparrarselo per 2,7 miliardi di lire. L’esordio in Serie A avviene però quasi un anno dopo a causa di un grave infortunio al ginocchio: una volta rientrato basterà poco, pochissimo, perché l’attaccante veneto conquisti tutti con la sua classe e i suoi dribbling. La stagione 1988/89 è quella cruciale, quando sulla panchina della Viola siede Sven Goran Eriksson. Si dice che il rapporto tra l’attaccante e il tecnico non sia stato tutto rose e fiori, eppure è sotto la sua guida che Baggio dà il meglio di sé realizzando, in quella stagione, 15 reti, che per una seconda punta dalle sue caratteristiche sono tantissime: davanti a lui solo Marco Van Basten con 19 e alle spalle Diego Armando Maradona con 16. Quell’anno, con Stefano Borgonovo, forma la B2: un’accoppiata che frutta alla Fiorentina 29 gol.
Baggio, con la maglia viola, metterà a segno ben 55 gol, 39 dei quali in campionato.

IL PASSAGGIO DI BAGGIO ALLA JUVENTUS – Definirlo drammatico è dir poco. La rivalità creatasi tra Juventus e Fiorentina ha origine negli anni Ottanta e culmina con la vittoria dei bianconeri in finale di Coppa Uefa nel 1990: una rivalità attuale e che anche oggi si porta dietro polemiche e cadute di stile, dall’una e dall’altra parte del tifo. Quando il 18 maggio del 1990, appena due settimane dopo la dolorosa sconfitta, la Fiorentina decide di vendere Roberto Baggio alla Juventus per 25 miliardi di lire i tifosi viola sono colpiti nel cuore e nell’anima: un duro colpo che si ripercuoterà anche sulla città di Firenze che, durante una manifestazione contro l’allora presidente Pontello, viene vandalizzata in segno di protesta.
La domanda frullava nel cervello e costantemente infiammava gli animi, non dava pace: perché proprio alla Juventus? Una domanda che lo stesso Baggio si sarà ripetuto più volte, lui che la Fiorentina non l’avrebbe mai lasciata e che, durante la presentazione in conferenza stampa, ha rifiutato di indossare una sciarpa bianconera. Ma la sfida più difficile il Divin Codino la affronterà proprio al Franchi, con la maglia della Juventus. E’ il 6 aprile del 1991, si gioca Fiorentina-Juventus con le ferite della tifoseria viola ancora apertissime. Baggio si presenta con la solita classe e da grande professionista mette in campo una prestazione degna del suo talento. Si guadagna anche un rigore che si rifiuterà di tirare ma soltanto perché Mareggini, conoscendolo bene, avrebbe intuito la direzione. O perlomeno è questa la ragione ufficiale del suo rifiuto. La gara la porterà a casa la Viola, in un’atmosfera travestita da grande rivincita.

Quel giorno Roberto Baggio prese una sciarpa della Fiorentina lanciatagli dagli spalti, la ripiegò accuratamente e la tenne in mano, con affetto. In quel modo si congedò definitivamente dai suoi ex tifosi, che mai ha messo da parte nel corso di tutta una carriera. Le pagine di grande calcio che, in seguito, Baggio scrisse con la maglia della Juventus sono note anche ai più giovani. Ma quella è un’altra storia che vi racconteremo.

Consuelo Motta