SPECIALE #BAGGIO50 – Con il Divin Codino, le piccole diventano grandi

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Roberto Baggio nel corso della sua carriera non ha mai ceduto alle lusinghe del calcio internazionale e nonostante la sua fama andasse oltre i confini nazionali, è rimasto a giocare in Italia. In ogni club ha lasciato un segno indelebile, e non solo per ciò che riguarda i gol ma anche per i suoi burrascosi rapporti con allenatori e colleghi.

Non a caso il suo arrivo a Bologna, avvenuto nell’estate del 1997, è conseguenza della sua esclusione dalla rosa del Milan, allenato da Fabio Capello e da quella del Parma, sotto la Guida di Carlo Ancelotti, in quanto Baggio non rientrava nei piani tattici delle due squadre. Nel Bologna ha giocato una sola stagione collezionando 30 presenze e 22 gol, un record che gli ha permesso di farsi notare dal ct della Nazionale Cesare Maldini che lo ha convocato per i Mondiali del 1998 in Francia. Una stagione da incorniciare se non fosse per le incomprensioni con l’allenatore del Bologna Ulivieri che hanno diviso la squadra e la tifoseria in due schieramenti. Una situazione insostenibile che ha portato Baggio a lasciare la squadra dopo una sola stagione e a cercare visibilità altrove.

 

Dopo qualche anno la storia si ripete:  la convocazione in Nazionale per i Mondiali del 2002 in Corea e Giappone lo porterà al Brescia alla corte di Mazzone. Dal 2000 al 2004, Baggio infrange ogni record, porta la squadra a raggiungere traguardi insperati e  delizia il calcio italiano con giocate straordinarie, assist perfetti e gol incredibili.

E’ proprio con la maglia del Brescia che, secondo la stampa e gli esperti di calcio, segna uno dei gol più belli della sua carriera: il 1° aprile 2001 nella partita contro la Juventus, a Torino, Pirlo gli fornisce un perfetto assist a centrocampo e lui salta il portiere bianconero e segna a porta vuota.

 

La seconda stagione al Brescia è contrassegnata da un serie di infortuni che lo tengono per qualche mese lontano dai campi di calcio e che gli costano la mancata convocazione in Nazionale. Una stagione triste per Baggio e per tutto il Brescia in quanto la squadra, oltre a rischiare la retrocessione per l’assenza del campione, perde in un incidente stradale un giovane promettente calciatore, Vittorio Mero. L’annuncio della morte avviene in diretta poco prima del fischio d’inizio della partita di Coppa Italia tra Parma e Brescia: i giocatori escono dal campo in lacrime e la partita viene sospesa.

baggio in lacrime

Baggio saluterà definitivamente il calcio giocato con la maglia del Brescia dopo due stagioni, con l’ultima partita di campionato della stagione 2003/2004 contro il Milan a San Siro che gli tributerà un lungo e commovente applauso.

 

 

In un’intervista Roberto Baggio ha dichiarato: “sono legato a tutte le squadre in cui ho giocato, faccio il tifo per tutte loro”. Siamo certi che questo legame è contraccambiato anche dalle tifoserie di Bologna e Brescia.

Gisella Santoro