Il Cagliari per ripartire: l’Inter domenica scorsa ha ottenuto al Franchi un solo punto dopo una carambolesca partita finita 3-3; punto che, al netto degli episodi e della partita, sta parecchio stretto alla squadra di Spalletti specie per il modo in cui è arrivato. Non a caso il tecnico immediatamente dopo il triplice fischio non si è risparmiato nelle contestazioni ad un arbitraggio discutibile, finito al vaglio da tutti e sfociato in uno stop di tre giornate per l’arbitro di Palermo Rosario Abisso con l’aggravante di non poter più dirigere una gara dell’Inter. La sentenza piovuta sul dirigente di gara ha reso parzialmente giustizia a Spalletti malgrado, come diceva Handanovic ai microfoni nel post gara, il danno sia stato fatto.
L’Inter però dovrà immediatamente voltare pagina e per farlo ha un calendario che permetterebbe, almeno sulla carta, un match di rivalsa. Abbassare la guardia però sarebbe deleterio, specie perché, come ha ampiamente dimostrato l’andamento degli ultimi anni e di quest’anno, i nerazzurri tendono a soffrire più del dovuto proprio le medio-piccole. Lungi dal credere che sia una trasferta abbordabile in toto e una vittoria già agguantata, Spalletti avrà certamente da valutare diverse opzioni, specie in vista di un tour de force che si infittisce tra derby ed Europa League.
Il tecnico nerazzurro, come di consueto, risponde alle domande della stampa all’Inter Media House, al Centro Sportivo Suning durante la conferenza stampa prima di Cagliari-Inter in programma per domani sera alle 20.45 e dopo l’assist fornito dai giornalisti, non si esime dal rispondere per le righe al collega e predecessore Stefano Pioli.
Quale è stata reazione del gruppo dopo i minuti finali di Firenze? E ci sono ono stati passi avanti con Icardi?
“Di Icardi sono già state dette molte cose, si è espresso Marotta e si è espresso Zhang. Io da qui in avanti parlerò soltanto di chi c’è, su di lui non parlo più. Per quanto riguarda il post partita di Firenze è chiaro rimanga un po’ di dispiacere, specie perché la partita era stata fatta bene e non ci sono stati episodi in cui i ragazzi si erano creati situazioni di svantaggio. Un po’ di dispiacere c’è, però i ragazzi sanno che si va avanti. Si sono allenati in maniera corretta e mi sembra abbiano la faccia giusta per giocarsi questo finale di campionato in cui c’è ancora possibilità di poter scrivere molto”
A fine gennaio Perisic era in panchina, un mese dopo sembra il leader di questa squadra. Come è cambiato lo scenario e come può essere da esempio?
“E’ successo anche l’anno scorso che Perisic non aveva passato un bellissimo periodo per poi riprendersi e far vedere tutte le sue qualità. E’ una cosa che può succedere di essere condizionati da episodi e momenti che si attraversano, perché sono molte le cose di cui ti devi caricare sia mentalmente che da un punto di vista fisico, perché le partite sono molto ravvicinate. Da un punto di vista mio, Perisic anche quando non fa una bella prestazione a vederlo da fuori, se poi lo valuti nei dettagli, analizzando quelle cose da mettere per riempire la partita, vedi che ha sbagliato un passaggio di troppo o puntato una volta in meno l’avversario ma che ha fatto ad esempio rientri importanti. E’ quello che sui corner prende più palloni di tutti, rimandendo sul primo palo, è quello che ti resta addosso facendoti sentire quella fisicità. Più palloni riconquisti meno possibilità hanno gli avversari di metterci le loro qualità e sono tutte cose sulle quali riesce ad incidere. Non è solo il passaggio che sbaglia, di conseguenza io non ho dubbi, è forte e affidabile sotto tutti gli aspetti, è un calciatore da Inter. Che sia anche da auspicio, un qualcosa in cui gli altri trovino un esempio in lui a reagire come lui, ma sono cose che accadono normalmente in un campionato. Poi si tira la riga in fondo”.
Come valuta Lautaro con questa responsabilità che sente e cosa teme del Cagliari?
“Lautaro sta facendo quello che mi aspettavo, anzi proprio perché c’è il carico della responsabilità lui si sta disimpegnando bene. Nell’ultima partita è riuscito a far bene. E’ un calciatore che ha più qualità da mettere a disposizione della squadra e questa responsabilità che sente adesso l’ha gestita molto bene perché c’era il rischio che potesse perdere un po’ del suo valore e delle sue caratteristiche dovendo andare a spiegare quello che sarà il reparto offensivo dell’Inter e al momento lo deve spiegare solo lui. Sta crescendo in modo imponente sia sul campo che nel comportamento in allenamento come punto di riferimento per i compagni”.
E’ una coincidenza che l’Inter stia facendo meglio con il ritorno di Brozovic e Vecino?
“E’ vero ma è un fattore che coinvolge tutta la squadra perché sì Brozo e Vecino sono in una zona in cui arrivano quasi tutti i palloni, perché loro stanno in quella zona lì, che non a caso è quello del regista, stanno facendo molto bene ma il periodo in cui la squadra ha fatto non benissimo riguardava un po’ tutti. Brozo e Vecino sono perfetti in quel ruolo lì, uno fa l’incursore e chiude l’azione dritto per dritto, Brozovic è quello che si abbassa di più, a costruire l’azione dal basso. Non hanno tutte due le stesse caratteristiche, poi anche Brozo è molto bravo a chiudere l’azione per il ruolo fatto in passato, ha un buon piede e anche Vecino riesce, seppur meno bene, nella fase difensiva.
Da allenatore come si migliora il Var?
“Secondo me quello che hanno creato con il VAR è un meccanismo perfetto dal punto di vista della macchina, poi come è stato detto, proabilmente le macchine vanno sempre rodate. Ci sono valutazioni difficili da valutare sullo schermo, questo non è l’ultimo (a Firenze ndr) ma ci sono episodi che ti lasciano dubbi. Io non ho consigli su come migliorarlo, l’hanno costruito in maniera giusta. Bisogna soltanto affilare quella che è l’intesa ed essere abituati all’uso del VAR che può essere richiamato anche più volte se gli episodi nella partita sono tanti. Se intervengono cinque-sei volte è per la correttezza della partita, è giusto che si vada. Il VAR è una cosa importante e bisogna continuare ad usarlo. Quello è il futuro, il fatto che ce lo stanno copiando tutti ne è un esempio”.
Marotta ha usato il termine ‘danno irreparabile’ come si viene fuori da questo danno?
“Su quello che ha detto il direttore, beh, mi sembra corretto. Ha parlato lui, io non vado a creare dubbi su quello che ha detto, sono d’accordo con le sue parole”.
Come sta Keita?
“Bisogna vederlo giornalmente come va a reagire agli allenamenti. Ci sono stati passi in avanti negli ultimi due-tre giorni. Spero nel giro di un paio di partite di averlo a disposizione”.
Nella lotta UCL adesso siete in tre, vi han tolto due punti, da qui alla fine cosa fa la differenza tra voi e le altre?
“Ora siamo tre, prima eravamo cinque, per le partite che mancano può pure tornar dentro la Lazio, l’Atalanta o il Torino. Anche la Samp nonostante abbia avuto un calo ha fatto un gran campionato. Io ero convinto che fino alla fine che sarebbe stata una lotta dura. Le squadre che sono più vicine sono Roma, Milan e Inter, squadre che devono ambire ad andare in Champions fino alla fine e sarà dura, come nella stagione scorsa, come giusto che sia. Noi si va a tentare di allenare il futuro, lo fanno anche gli altri. Non si può parlare di deporre le uova, ma allenare il futuro è importante e queste squadre hanno tutto per fare bene fino a fine stagione“.
Crea emergenza la diffida di Lautaro, specie in vista del derby?
“No perché una squadra non dipende da un solo calciatore. E’ molto scontato ma è così. Se fino a qualche settimana fa eravamo in difficoltà e non riusciva nessuno a tirar su la squadra, adesso nessun singolo può compromettere la nostra situazione. Sopperiremo in qualche modo”.
Da uomo di calcio è deluso dal vedere che a volte alcuni colleghi vogliano portare acqua al proprio mulino?
“Per quanto riguarda Pioli ha ragione lui, stiamo facendo confusione. Quelli della mano non sono polpastrelli, ma capezzoli. Lui c’è tornato anche nella conferenza dopo, pazienza. Se ti sbatte la palla sui polpastrelli, come successo a Hugo, non è niente, se capita il pallone sui capezzoli, come successo a D’Ambrosio, è mano. Noi facciamo quel che dobbiamo fare senza alimentare alcuna polemica perché dobbiamo pensare al futuro, a noi stessi e a qualificarci perché è fondamentale”.
Questo livellamento ha fatto bene al gruppo?
“Per quanto riguarda il gruppo, in qualsiasi gruppo ci sono dei momenti in cui le cose possono essere più stimolanti o meno. Questo ci ha richiamati a mettere qualcosa in più perché ti viene a mancare un giocatore forte e ognuno di noi deve aumentare qualcosa per esibire una somma, che è la stessa di quando c’era lui”.
Quanto ha influito Nainggolan nella crescita globale?
“Su quello che dicevamo prima, ci sono ancora dei giocatori da andare ad acchiappare per fare ancora meglio, uno di questi è Nainggolan. Anche se ultimamente sta facendo bene, per come lo conosco io, ha molto altro ancora da far vedere“.
Con l’UEL come sta la squadra dal punto di vista fisico per il tour de force?
“Molto bene. Dal punto di vista fisico sta molto bene”.
Egle Patanè