Spalletti in conferenza: “L’Inter è di tutti quelli che la amano”

Spalletti prima di Inter-Atalanta elogi per Gasp e su Icardi si schiera dalla parte dei tifosi:  "L'Inter è di chi la ama e ce l'ha a cuore"

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Spalletti in conferenza pre match di Inter-Atalanta elogia Gasperini e la Dea e sulla questione Icardi si schiera dalla parte dei tifosi:  “Proprio perché ce l’hanno a cuore sanno come comportarsi

L’Inter torna alla vittoria al Marassi contro il Genoa calando un poker inaspettato che ridà finalmente un po’ di fiducia ad una squadra che più volte ha faticato a trovare la via facile verso la vittoria. Dopo essersi complicata la vita con la sconfitta casalinga con la Lazio, l’Inter reagisce come meglio avrebbe potuto.

I nerazzurri hanno potuto godere del rallentamento delle dirette inseguitrici con il pareggio dei rossoneri con l’Udinese e della sconfitta della Lazio con la Spal, risultati che hanno permesso un accenno di stacco che lascia sospirare anche in vista dell’impegno pomeridiano del Milan contro la Juventus. Tuttavia per la falcata verso la Champions l’Inter dovrà ospitare l’Atalanta di Gasperini in casa, avversario mai semplicissimo. La Dea  nel posticipo dell’infrasettimanale ha calato un poker fulmineo al Bologna di Mihajlovic.

L’Inter può contare sul ritorno di Mauro Icardi che al Marassi ha siglato il came back con una gran bella prestazione e tanto di nome sul tabellino. Non tutto oro quel che luccica, però, perché domani pomeriggio il ritorno di Mauro sarà più complesso di quello avuto Genova. Ad attendere l’argentino un pubblico tutt’altro che accogliente e che al contrario gli si è schierato contro a gran voce e chiare lettere.

Curva Nord dixit: “Avanti con gli interisti, Icardi vattene”

Spalletti in conferenza stampa pre match, tenutasi all’Inter Media House del Suning Training Center e conclusa da poco, passare in rassegna l’avversario facendo anche riferimento a quanto accaduto nella gara d’andata conclusasi con una vittoria altisonante degli avversari. Parole di stima nei confronti di Gasperini e della squadra che allena, alla quale ha trasmesso un’identità e un modo di giocare parecchio invalidante per gli avversari. Ciononostante ritiene l’Inter alla portata e in grado di far bene, difendendo e altresì capace di andare in gol.

Come da copione, toccato il tasto Icardi. in merito alla questione, il tecnico di Certaldo si schiera praticamente dalla parte dei tifosi: L’Inter è di chi la ama

Inter-Atalanta: la conferenza di Spalletti

Con l’Atalanta è un set-point per la Champions?
“Sì. Probabilmente è una gara massiccia per quanto riguarda l’importanza in classifica. L’Atalanta è una concorrente diretta non soltanto da quest’anno, sono belli non per caso. Negli ultimi anni ha mantenuto un’identità di gioco facendo grandi partite e anche per loro è arrivato il momento delle aspettative importanti, non sono più una rivelazione ma una realtà calcistica sulla quale si sono posati gli occhi del calcio europeo. Aspirano ad entrare in questa competizione ed è giusto così perché hanno tutte le carte in regola”.

Pensi di confermare sia Nainggolan che Icardi?
“Dipende dai momenti. In questo caso qui non si dà chi gioca o meno. Si fanno le cose per cercare di fare il bene dell’Inter. A volte le risposte che si danno sembrano essere all’opposto ma hanno tutte la stessa matrice che è quello di andare ad acchiappare il meglio per questa squadra“.

Lei si è dovuto adattare al curriculum dei giocatori, come è successo spesso per Gasperini?
Secondo ma questo è un modo di dire che non assomiglia alla realtà, soprattutto mi sento in grado di poter dire che non assomiglia a Gasperini perché lo conosco. Gasperini è un allenatore che la sa lunga e lo ha fatto vedere anche a noi. Il suo curriculum dice che sa stare in quella posizione lì sviluppando al meglio la sua professione. Poi accade a tutti che ci sono dei momenti in cui non riesci ad esibire il massimo le proprie potenzialità per lui è uno bravo”

Qual è la grande difficoltà nell’affrontare l’Atalanta?
“E’ un po’ tutte le cose che hanno le squadre forti. Anche se si vuole accostare a una squadra giovane, per certi versi lo è e per altri no. Le si riconosce grande personalità, e la disponibilità nei confronti a tutto campo. Sembrano tutti forti e muscolari, riescono a metterla sul piano individuale. Fanno anche loro queste scavature in avanti, però c’è anche un aspetto importante che è quella della convinzione. Sanno quello che fanno perché costruiscono dal basso, propongono calcio in verticalizzazione, cambiano gioco con facilità con i quinti sulle fasce molto offensivi. Sulle palle inattive sono tra le più pericolose…Ci sarà da stare svegli”

All’andata avete sofferto proprio sulle palle inattive. Cosa avete studiato sotto questo aspetto? L’assenza di Zapata può essere uno svantaggio per un’eventuale sorpresa?
“Si va a lavorare su dei modi di impostazione che si crede siano giusti. Si partecipa e si fanno partecipare gli atleti perché c’è quello più bravo a marcare e cercare il palloneSi ottimizza in base a quello che sono le caratteristiche dei giocatori. Penso che grosso modo come successo precedentemente che abbiamo le carte in regola per difendere su quello che proporranno e nel riuscire a fare gol. Su Zapata penso sia giusto così, noi abbiamo fuori Lautaro. Per quanto riguarda le sorprese, non so, hanno giocatori che possono sostituirlo, come Barrow ma secondo me gioca Gomez. Non ho preparato la contromossa perché ha detto che non gioca, quindi non so. Gomez è un giocatore fortissimo, esperto nel riuscire a trovare la posizione giusta in qualsiasi parte di campo e giocare con spalle alla porta”.

In questi due mesi, dal 13 febbrario a Genova, la squadra ha fatto un passo avanti nella crescita? C’è il margine che qualcosa funzioni?
“Qual è la partita del 13 febbraio? Lei ritonfa. E’ stata un’opportunità di valutare che l’Inter è una squadra, non è un singolo calciatore e deve essere in questa maniera qui. L’ho detto più volte, nel tragitto di una stagione vanno fatte delle riflessioni e analisi un po’ più approfondite. Dobbiamo fare delle scelte non ritardate perché quando le fai in ritardo, c’è qualcun altro che le fa in maniera puntuale. Bisogna cercare di essere autentici e non essere troppo timidi, chiari e sé stessi. Andare a mettere mano nel momento che le cose succedono, cercando di fare sempre il meglio per quel momento lì per quanto riguarda questi colori e questa maglia. Quindi mi sembra che la squadra abbia reagito nel modo giusto dando modo di vedere che ha delle potenzialità. Poi ci sono stati degli infortuni ma il gruppo è sicuramente qualitativo anche dal punto di vista della personalità e che può lottare. I giocatori hanno bisogno di essere sé stessi facendo in maniera vera e chiara le scelte che hanno da prendere. Le scelte vanno poi prese con coerenza“.

L’ambiente di San Siro, in cui Icardi deve tornare per la prima volta, è un po’ diviso. Pensa potrà dargli fastidio? Chiede qualcosa al pubblico?
Per quanto riguarda lo stadio non ho mezzi per giudicare cosa sia più giusto o meno fare. Per cui se una cosa non la conosco non metto bocca. Per quanto riguarda la soluzione, sembra chiara: un pubblico importante come quello dell’Inter merita uno stadio importante. L’Inter è di tutti quelli che amano l’Inter e di chi ce l’ha a cuore e di chi partecipa per sostenerla. Io sono convinto che poi proprio perché ce l’hanno a cuore sanno come comportarsi e noi dovremmo riflettere per trovare degli spunti su come comportarci”

In cosa è cresciuta l’Inter dall’andata?
Lo scorrimento delle partite che dice quello che è successo dentro le gare. All’andata siamo stati colti di sorpresa anche per la bravura degli avversari. Quello che è successo per alcuni tratti lo mettiamo da parte, per altri ce lo portiamo dietro e tutte queste prese di posizione e approfondimenti hanno fatto sì che in futuro siano successi sempre meno.”

De Vrij e Lautaro non ci saranno. Potremmo rivederli alla prossima?
“Arriviamo a domani perché ci sono dei passaggi che quando sei in equilibrio bisogna vedere cosa fare. Siamo nella via di mezzo e dobbiamo vedere un altro allenamento. Per domani è difficile per tutti e due”.

 

Egle Patanè