La decisione del Bologna calcio FC in merito all’esonero di Sinisa Mihailovic alla guida della prima squadra ha lasciato senza parole il mondo del calcio. Mihailovic già duramente provato dal suo stato di salute, ha ricevuto con estremo dispiacere la comunicazione del licenziamento.
Quattro anni di lavoro intenso ma proficuo in cui il Bologna ha ottenuto sempre la salvezza con largo anticipo e ha cresciuto giovani di alto livello.
Sinisa Mihailovic esprime con estremo rammarico e tristezza il doversi separare dai suoi ragazzi e dalla amata città il cui legame durerà per sempre: Bologna si è stretta a lui e alla sua famiglia in uno dei momenti più difficili della sua vita.
Per Mihailovic l’esonero non è solamente la separazione da una squadra che lui amava, ma un dolore nell’allontanarsi dai suoi abitanti i quali gli avevano conferito la cittadinanza e si erano mobilitati per lui con processioni e intenti religiosi in supporto alla sua guarigione.
Il tecnico serbo non comprende questo esonero, lo accetta ma non ne condivide le cause. Sinisa si giustifica dicendo di aver dato tutto se stesso in ogni fase del suo lavoro, in campo e nel letto in ospedale.
Mihailovic nella lettera di congedo scritta alla città di Bologna, ringrazia tutti per questi quattro anni, in particolare i bolognesi, i suoi ragazzi, la città intera compreso l’ospedale Sant’Orsola dove Sinisa si è curato.
La decisione è arrivata per aver ottenuto solo tre punti in 5 gare ma senza tenere in considerazione il lavoro effettuato prima.
Successivamente al comunicato, la panchina viene subito offerta al giovane Roberto De Zerbi che stupisce rifiutando l’offerta “I soldi non possono comprare tutto”.
De Zerbi è amico di Sinisa, e non si sente di accettare un lavoro costruito su un’ingiustizia.
L’offerta è allettante, chi rifiuterebbe un colpo di fortuna … Lui lo ha fatto!
Arianna, la moglie di Mihailovic, ha commentato con commozione il rifiuto di “De Zerbi”: “Spero che i giovani prendano esempio dagli insegnamenti di questi due giganti”.
Contemporaneamente, da Londra è arrivata la notizia dell’esonero di Thomas Tuchel ex allenatore del Chelsea.
Nonostante i risultati ottenuti, la nuova proprietà non in accordo con il tecnico, ha voluto iniziare una nuova era con un allenatore di sua scelta.
Il mondo del calcio, così, assume sempre più spesso atteggiamenti contradditori e di ingratitudine.
Le decisioni, molte volte, non tengono conto né dei risultati men che meno dei sentimenti, e sono giustificate con un “è interesse del club”.
Non si tiene conto che si parla di uomini e non di robot. E che per portare ai vertici una squadra e un gruppo occorre molta dedizione e impegno. Il lavoro dell’allenatore non coinvolge solo il calcio giocato, entra nella sfera intima di ogni giocatore.
Allenatori che vanno, che vengono, che rifiutano, ma ci sono anche allenatori che restano come Massimiliano Allegri.
La gestione del tecnico bianconero della Juventus non sta dando i risultati sperati e auspicati, troppo al di sotto delle aspettative considerato l’ottimo calciomercato che ha soddisfatto pienamente le esigenze del tecnico. Eppure la Juventus non accenna a migliorare, e colleziona risultati discutibili.
La situazione lascia la tifoseria scontenta e in lite perenne.
Il tecnico livornese critica i giocatori, e apostrofa i tifosi con battute poco divertenti che lo mettono in discussione.
Ma la panchina di Allegri è ben salda. Il tecnico non corre nessun rischio di essere esonerato prima della scadenza di contratto e al di là dei risultati.
L’ambiente calcio è in costante rinnovamento, oggi il mestiere dell’allenatore è un “mordi e fuggi” dalla durata limitata. I tempi di Ferguson sono lontani, le società sono aziende e come tali si comportano, pensando esclusivamente al profitto.
I posti liberi sono pochi e i pretendenti molti.
Tuttavia anche un professionista, seppur disoccupato, fa i conti con la propria coscienza e, in tal senso, possiamo dire che De Zerbi può tranquillamente guardarsi allo specchio.
Cinzia Fresia