L’avevamo lasciata ai quarti di finale di Champions League contro il Valencia, all’apice della sua storia: quattro gol della Dea rifilati alla squadra spagnola in una notte magica in cui si sognava tanto e i pensieri negativi erano pochi.
Gli occhi brillavano di felicità. Era orgoglio bergamasco, era orgoglio italiano.
Non si poteva minimamente immaginare tutto quello che sarebbe accaduto dopo. L’Italia in ginocchio, Bergamo completamente a terra. Lockdown. Blackdown totale del mondo.
Un periodo nero. Da dimenticare.
Tra le tante spiegazioni che si cercano di trovare per questa diffusione mostruosa del virus in Lombardia c’è anche quella partita di Champions che si è giocata – dopo tanta titubanza – a porte aperte, con migliaia di tifosi, mentre il virus pare fosse già in circolo.
L’avevamo lasciata così mentre stava scrivendo il pezzo più bello della sua storia una sera di marzo. Oggi non si volta pagina, questo passato serve per ricostruire il futuro. Si inizia a scrivere un nuovo paragrafo.
Domenica l’Atalanta scenderà in campo, in casa, contro il Sassuolo in uno stadio deserto ma in una città che pronta a trasmettere tutto il suo calore. Quello che l’Italia ha attraversato deve servire. Per ricominciare. Per rinascere. Per riprendere aria.
Per dimostrare il valore della Dea (se ancora ce ne fosse bisogno) e quello di una bellissima città perché Bergamo mola mia. L’ha dimostrato sul campo. In ogni campo. Vedrai Dea, rinascerai!
Sara Montanelli