L’importante non è vincere; è pensare in modo vincente. La vita è fatta per il 10 per cento di quel che ci succede, e per il 90 per cento di come lo affrontiamo.
Una frase detta come un mantra, un pensiero positivo, forte, coraggioso. Come lo è lui. Gianluca Vialli. Sulle pagine del Corriere della Sera, la penna di Aldo Cazzullo ci mostra Gianluca. Il volto umano di Vialli. Non il calciatore, il professionista, lo sportivo. La figurina idolatrata dai bambini. Il superman dei tifosi. L’eroe dei sampdoriani. Ma l’altro. Quello tenace, ferito ma pronto a rialzarsi, battagliero e orgoglioso di volercela fare, e non sul campo. Ma nella vita.
Con una dichiarazione shock Gianluca Vialli scuote il mondo del calcio e di tutti noi, qui inermi a raccogliere un’altra – l’ennesima – testimonianza di uomini alle prese con l’ammonizione più brutta della propria vita. Uomini che combattono affinché non diventi rosso, quel cartellino. Irrimediabilmente rosso.
Quel cartellino oggi per Gianluca Vialli si chiama cancro. L’avversario più temibile, quello che fa più paura e che non vorresti mai avere come avversario. Ma che si può e si deve battere.
Nel libro Goals Vialli racconta di come sta affrontando il nemico, come una fase della vita che andava vissuta con coraggio e dalla quale imparare qualcosa. Di quanto sia stato difficile affrontare la diagnosi, non tanto per sé quanto per la sua famiglia.
“Sapevo che era duro e difficile doverlo dire agli altri, alla mia famiglia. Non vorresti mai far soffrire le persone che ti vogliono bene: i miei genitori, i miei fratelli e mia sorella, mia moglie Cathryn, le nostre bambine Olivia e Sofia”.
Nascondeva Gianluca la sua sofferenza psicologica e fisica dentro a un maglione, sotto la camicia, affinché gli altri non si accorgessero di nulla. Per lasciare quell’immagine del solito Vialli, quello di sempre. Quasi invincibile.
Una decisione che ha lasciato presto il posto alla generosità, alla condivisione. Alla voglia di essere un esempio, per se stesso, per gli altri.
“Spero che la mia storia possa aiutare altri ad affrontare nel modo giusto quel che accade. Vorrei che qualcuno mi guardasse e mi dicesse: ‘È anche per merito tuo se non ho mollato'”.
Anche tu Gianluca, guarda il tuo passato glorioso, fagli un sorriso, torna nel presente e non mollare nemmeno stavolta.
Giusy Genovese