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Serie B, nulla di nuovo sul fronte Bari. Sembra avvicinarsi lo spettro fallimento

Futuro misterioso quello del Bari, vicino lo spettro del fallimento. Intervenuto anche il primo cittadino e un consigliere comunale per salvare il club

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Il Bari sembra vicino al fallimento.
Il primo socio di minoranza ha già annunciato il suo disimpegno dall’aumento di capitale per le quote di Giancaspro.
Il futuro dei galletti è sempre più incerto.

Lo spettro del fallimento e della conseguente retrocessione in Serie D rischia di poter diventare una triste realtà per una società e una piazza importante come quella di Bari.

L’attuale numero uno del club doveva fornire la documentazione necessaria per rendere possibile la ricapitalizzazione, richiesta dal Cda al termine della riunione di lunedì sera, alla luce della volontà di Giancaspro di usare lo strumento della cessione del credito di un altro ramo d’azienda, modalità per poter aumentare il capitale.
Già nel primo pomeriggio, invece, c’è stato il dietrofront di Paparesta.

«È da diversi mesi che ho ripetutamente evidenziato gravi problematiche societarie. È stato fissato dall’assemblea il termine delle 23.59 dello scorso venerdì 6 luglio per sottoscrivere l’aumento di capitale, cosa che ho realizzato attraverso un bonifico bancario inviato immediatamente alla società. Inoltre, avendo nel tempo sviluppato numerosi rapporti con imprenditori interessati, ho dichiarato la mia disponibilità a ricevere l’offerta di acquisto delle azioni eventualmente inoptate. Ma il Consiglio di amministrazione e il collegio sindacale non mi hanno fatto ancora sapere se l’aumento di capitale sia stato regolarmente completato. Conseguentemente, alla luce del sempre più prossimo rischio di mancata iscrizione al campionato e soprattutto della assoluta assenza di chiarezza, comunico, sia pur con enorme rammarico, l’inevitabile venire meno di qualsiasi interesse da parte mia e delle persone interessate a sostenermi» afferma l’ex arbitro.

È sceso “in campo” anche il primo cittadino, Antonio Decaro.
«In via istituzionale  ho chiamato presidenti delle banche e imprenditori per far si che un’eccellenza della nostra città non fallisca. È necessario in questo momento garantire almeno l’iscrizione e dopo si dovrà trovare una soluzione stabile». Ha chiamato  a raccolta i presidenti delle banche locali e gli industriali per anticipare le risorse finanziarie necessarie a evitare il fallimento del club.

Tra le eventualità sembra esserci anche una possibile cessione delle quote di Giancaspro a un investitore esterno.

Si starebbe trattando però.

Nelle ultime ore sarebbe emerso che  Domenico di Paola, consigliere comunale, sarebbe pronto ad investire anche 500 mila euro, pur di salvare il Bari Calcio e allontanarlo della Serie D.
Il consigliere comunale ha lanciato così un appello agli altri imprenditori locali, invitandoli a fare lo stesso. Ha, inoltre, consigliato al sindaco di  mettersi da parta e lasciar fuori la politica.
Di Paola afferma: “Il mio impegno non vuole essere una manovra politica. Non intendo infatti candidarmi a sindaco l’anno prossimo.”

Entro lunedì prossimo sono necessari 3mln di euro per il salvataggio del Bari, cioè per completare la ricapitalizzazione disposta dall’assemblea straordinaria del 15 giugno scorso, e per l’iscrizione al prossimo campionato di serie B.

Il Cda, riunito dal 9 luglio e sino alla scorsa notte, ha deliberato la procedura per la sottoscrizione del 70% delle quote per le quali non è stato esercitato il diritto di opzione dai soci Cosmo Giancaspro,con Kreare Impresa, e Gianluca Paparesta.

Dopo una riunione del cda più volte interrotta, il socio di maggioranza Giancaspro ha acquisito il 30% delle quote del club grazie alle risorse usate per pagare gli stipendi di marzo aprile e maggio dei calciatori (futuro aumento di capitale) mentre Paparesta ha sottoscritto lo 0,63%.

Il club ha diffuso una nota con le modalità di sottoscrizione entro lunedì 16 alle 18:00 ma, poco dopo, l’ufficio stampa ha inviato una comunicazione di errata corrige  in attesa di pubblicare sul sito del club la stesura definitiva della delibera del cda.

 

Aurora Levati 

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