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Serie B, analizziamo il big match Lecce-Brescia con Raffaele Pappadà e Gian Paolo Laffranchi

In occasione del big match cadetto tra Lecce e Brescia, i colleghi Raffaele Pappadà e Gian Paolo Joao Laffranchi ci hanno detto la loro sul match, ma non solo

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La Serie B si avvia velocemente verso il rush finale e già si comincia a delineare il quadro delle squadre che possono finalmente fare il salto verso il campionato maggiore.

Se per il Palermo e per il Benevento è ancora lotta apertissima per un posto in Serie A, anche tra Lecce e Brescia – distanziate soltanto da tre punti – l’atmosfera si maniene bella accesa. I lombardi sono la vera e propria rivelazione di questa stagione e ci tengono a mantenere  la vetta, ma non solo: una vittoria in Puglia darebbe alle Rondinelle la certezza della promozione.

Stesso discorso per il Lecce: insomma, possiamo tranquillamente definire questa gara la “madre di tutte le partite”.

In occasione di questo big match, abbiamo fatto previsioni e bilanci in compagnia di  Raffaele Pappadà, giornalista professionista e telecronista per DAZN e Infronti, e di Gian Paolo Laffranchi, giornalista de “La Gazzetta dello Sport” e “Bresciaoggi”.

 

Che voto daresti al girone d’andata?

Raffaele: Un voto altissimo, azzarderei addirittura un 9, per tanti motivi: perché il Lecce veniva da 6 anni di C, perché nessuno se lo aspettava a questi livelli a inizio stagione, perché Liverani ha fatto vedere il calcio più dinamico e divertente del campionato e perché ha valorizzato (o rivalorizzato, in alcuni casi) i suoi giocatori. 

Gian Paolo: Voto 8.  Il girone di ritorno è pure meglio.

Top&Flop: chi ti sta convincendo e chi, invece, ti sta deludendo?

Raffaele: Di calciatori che hanno avuto un rendimento top il Lecce ne ha davvero tanti, è difficile fare un nome su tutti.
Per capacità di spaccare in due la partita e per i problemi che crea all’avversario spendo la mia nomination per Falco, ma su quel gradino ci andrebbero anche Mancosu, La Mantia e Tachtsidis, che ha fatto fare un ulteriore salto di qualità alla squadra.
L’unico che posso citarti come parziale delusione, in relazione alle sue enormi potenzialità, è Tumminello: un po’ per gli infortuni da cui veniva, un po’ per il fatto di aver avuto davanti il miglior La Mantia di sempre.

Gian Paolo: Il top è senz’altro Torregrossa. Ci si domandava cosa avrebbe potuto fare quando i guai muscolari l’avessero lasciato in pace: ecco qua. Può diventare uno degli attaccanti più completi del calcio italiano. Adesso, in B, è un’arma illegale. Attaccante totale. Il flop… Difficile trovarlo in una squadra che viaggia così forte. Direi Suazo, l’allenatore che all’inizio non aveva saputo trovare la chiave per valorizzare un gruppo fortissimo. Poi ci ha pensato Corini.

Che partita è stata quella dell’andata? E cosa è cambiato ad oggi?

Raffaele: La partita d’andata fu molto bella, giocata da due squadre forti, che volevano vincere. Il Lecce, rispetto ad allora, è ancora più consapevole del suo livello e ha aggiunto Tachtsidis, elemento di straordinaria personalità, fisicità e visione di gioco, un elemento perfetto per Liverani. 

Gian Paolo: Fu la classica partita del Brescia, che può giocare bene o male ma osserva il famoso detto degli inglesi:”it ain’t over ‘til it’s over”. Squadra che non molla mai e ha segnato 16 gol dall’80’ in poi. Quello di Gastaldello al Lecce, all’andata, dopo un match equilibrato, uno dei tanti.

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Si affrontano due formazioni che stanno bene e che hanno rispettivamente il primo e il secondo posto. Come arriva fisicamente e psicologicamente la squadra?

Raffaele: Fisicamente il Lecce ci arriva con i giri giusti, forse un po’ azzoppato dai problemi che lo hanno colpito sulle corsie esterne (Calderoni è una risorsa di gioco molto importante). Psicologicamente, dopo il pareggio del Palermo, la squadra sa di giocarsi moltissimo: per quanto complicato, con 3 vittorie il Lecce tornerebbe in Serie A.

Gian Paolo: Il Brescia sta benissimo. Ha certezze sotto tutti i punti di vista, quando attacca può sempre far male, dal derby di Verona non prende nemmeno più gol. Al di là della forza indiscutibile del Lecce, il suo problema adesso può essere l’ansia di tagliare il traguardo quanto prima.

Cosa ne pensi dell’altra formazione?

Raffaele: Il Brescia è una squadra forte, matura, con ottime individualità e guidata da un tecnico che ha già dimostrato di essere di grande livello. Corini era allenatore già in campo, ma confermarsi in una piazza che ha vissuto anni difficili come Brescia può essere la definitiva consacrazione. 

corini brescia

Gian Paolo: Il Lecce gioca forse il calcio più brillante della categoria, sul piano della manovra. Liverani è bravissimo, ha esaltato i valori della rosa moltiplicandoli. A volte mi pare poco sereno nei dopo-partita, ma questo vale per tanti allenatori e di sicuro l’esperienza aiuterà. Il Lecce, in gran parte per merito suo, è fortissimo e credo che andrà in Serie A.

Che partita ti aspetti di vedere?

Raffaele: Mi aspetto una partita combattuta, vibrante, di grandissima intensità. Sono sicuro che Lecce e Brescia ci regaleranno un grande spettacolo, quello che è lecito attendersi da due assolute protagoniste di questa stagione.

Gian Paolo: Difficile prevedere cosa succederà. Squadre votate all’attacco, molto attrezzate, motivatissime. Tensione garantita. Penso che alla lunga, anche inconsciamente, possa pesare il risultato che avrà fatto il Palermo a Livorno. In caso di passo falso dei rosanero, un pareggio alla fine potrebbe anche accontentare entrambi. Il che non significa che non ci sarà battaglia. Tutt’altro. Ma un conto è lottare con serenità, un altro dibattersi con l’acqua alla gola.

Il “Via del Mare” sarà sold out. Quanto potrebbe incidere il fattore campo?

Raffaele: Molto, a Lecce si respira grandissimo entusiasmo, già dalle prime giornate e prima che la squadra si dimostrasse in corsa per la promozione. La dirigenza e Liverani hanno risvegliato l’entusiasmo messo a dura prova da tanti anni di delusioni ravvicinate e spesso il Lecce ha giocato in trasferta come se fosse in casa, visto il numero di tifosi presenti a Verona, a Carpi, a Cremona.

Gian Paolo: Poco, onestamente. Il Brescia ha perso 3 sole volte, a Verona l’aspettava l’inferno e ha giocato come se niente fosse. Non è gruppo da farsi condizionare, il suo emblema è Tonali che a 18 anni giocherebbe con sfrontatezza anche al Bernabeu. Il risultato sarà l’esito di un fatto tecnico.

Quale potrebbero essere gli undici titolari?

Raffaele: Il solito Lecce: davanti a Vigorito giocheranno Venuti, Lucioni, Meccariello e Marino, Majer (magari in staffetta con Tabanelli), Tachtsidis e Petriccione a centrocampo con Mancosu alle spalle di Falco e La Mantia.

Gian Paolo: Brescia con il classico 4-3-1-2: Alfonso; Sabelli Cistana Romagnoli Martella; Bisoli Tonali Ndoj; Spalek; Torregrossa Donnarumma. Corini cambia poco, se può.

Chi è il giocatore che ti fa più paura dell’altra formazione?

Raffaele: Troppo facile, ma non dire Donnarumma sarebbe da sciocchi: all’andata non toccò palla fino al gol, quando apparve giusto dove serviva la sua deviazione. Non si può dormire tranquilli quando si affronta un attaccante come lui, straordinario anche nello sviluppare il feeling con il compagno di turno: prima Lapadula, poi Caputo, ora Torregrossa, è molto intelligente e sa leggere le situazioni a proprio vantaggio.

Foto presa dal sito ufficiale del Brescia

Gian Paolo: Mancosu. Anima e forza. E imprevedibilità.

Foto: Sito ufficiale Lecce

Pronostico

Raffaele: Il Lecce può vincere, ha uno stimolo enorme dopo il 2-2 tra Livorno e Palermo: dico 2-1 per i giallorossi e tutt’e due le squadre in A l’anno prossimo.

Gian Paolo: Per me finisce in parità, dopo un confronto senza esclusione di colpi. Alla fine entrambe le squadre si ritroveranno in A.

Aurora Levati

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