Serie B femminile: un campionato avvincente e ricco di colpi di scena. Un torneo che vede in testa a pari merito, la Roma e il Chieti con 30 punti.
Domenica alle 14:30 al campo Danilo Vittiglio di Roma, va in scena proprio il big match scudetto con le teatine (squadra abruzzese che sta organizzando pullman per avere il supporto dei propri tifosi).
Per parlare (e non solo) della partita scudetto, abbiamo intervistato il trequartista giallorosso Gaia Ciccarelli.
Hai avuto diverse esperienze all’estero, per la precisione in Usa e in Egitto. Come vedono lì il calcio femminile?
Si respira un’aria più pulita, c’è voglia di investire ed è equiparato al calcio maschile. Anzi, in America sono più donne che uomini a giocare a pallone. L’Egitto? È una sorpresa per tutti ma in quel paese ho avuto, finora, l’esperienza più bella della mia vita. Ci sono arrivata perché il Circolo Arsenal scuola calcio al quale mi ero iscritta, acquistò una squadra di Serie A. È stata un’esperienza unica senti che davvero credono in quello che si fa e nella squadra a partire dalla cura dell’atleta alla retribuzione. Insomma, il clima ideale per chi ama giocare e vuole farne il proprio lavoro.
Poi il ritorno in Italia, come mai?
In realtà io sarei rimasta in Egitto. Poi i miei genitori volevano far rientro in Europa e io mi sono infortunata alla tibia e sono stata ferma un anno, mi hanno spinta a prendere questa decisione. Ci tengo comunque a dire che non mi sono pentita della scelta che ho fatto, sono contenta di essere a Roma e nella Roma, si respira un clima di qualità e l’ambiente è ottimo.
La partita di domenica contro il Chieti. Sfida di alto livello.
Sì, è così. Entrambe non abbiamo mai subito una sconfitta ma domenica una delle due perderà. Noi diciamo che le gare si vincono in allenamento in campo si va perché si deve andare. Più che la partita, noi stiamo preparando il campionato.
In generale, come vedi l’attuale stagione della Serie B?
Etorogenea. Ci sono squadre con cui ti giochi la partita e altre di cui immagini il risultato. Secondo me sarebbe il caso di fare una A2 soprattutto perché c’è una sola promozione è una sola retrocessione.
Mancano poche ore al fischio d’inizio. In bocca al lupo a tutte!
Francesca Di Giuseppe