Il mondo del calcio, dopo circa un mese dall’ultima volta, schiaccia ancora il tasto pausa e va in vacanza per la seconda sosta internazionale della stagione. Niente Serie A, niente fantacalcio, niente competizioni europee. Ci si rivede dopo gli impegni con le nazionali e, in Italia, l’appuntamento è fissato al 16 ottobre. Due le certezze al rientro: in primis, il Napoli che tornerà in campo da capolista, inseguito dai due club milanesi; seconda certezza, l’infermeria della massima serie italiana sarà ancora affollata, tanto tanto affollata. Queste prime settimane di campionato infatti sono state segnate sì dal ritorno del pubblico allo stadio, sono state segnate sì dallo spettacolo in campo dei giocatori, ma anche da moltissimi infortuni. E, tra questi, parecchi sono di natura muscolare.
Partiamo dall’Atalanta, forse il club momentaneamente più colpito. Nel giro di pochi giorni, Robin Gosens e Matteo Pessina si fermano ai box. Il primo per lesione al flessore della coscia destra, il secondo per lesione al bicipite femorale della coscia destra. Il rientro è previsto per entrambi a dicembre. Una situazione che mette in difficoltà, e non poco, il tecnico Gasperini. In infermeria con loro, e prossimo al rientro, anche Rafael Toloi per risentimento muscolare.
C’è poi Alvaro Morata, che dopo un buon inizio di stagione, è stato costretto allo stop per una lesione muscolare del bicipite femorale della coscia destra. Stessa sorte per Ciro Immobile, che si è fermato per una lesione di basso grado a carico del muscolo semimembranoso della coscia destra. Con loro ai box anche Andrea Belotti per un forte trauma contusivo e Zaniolo per affaticamento muscolare. Ultimo in ordine di tempo, Chris Smalling che sospende la sua stagione per qualche settimana a causa di una lesione al flessore della coscia destra.
Questi sono solo alcuni esempi, nell’infermeria di Serie A i casi sono davvero parecchi. Ma come mai tutti questi infortuni? Per i giocatori della Roma, Mourinho darebbe la colpa allo stadio Olimpico. Lo Special One lo ha definito infatti “il peggior terreno di gioco della Serie A”. Sicuramente però non si limita a questo.
Già nella scorsa stagione, una ricerca di Noisefeed. com per la Gazzetta dello Sport aveva evidenziato che i calciatori italiani sono più esposti dei colleghi europei agli infortuni muscolari. Il quotidiano sportivo aveva interpellato alcuni esperti per spiegarne le cause ed erano emerse tre cause principali.
Si partiva dagli allenamenti sbagliati. In Italia, aveva spiegato la fisiatra e specialista in rieducazione motoria Laura Bertelè, passa spesso l’idea che gli atleti e i loro muscoli debbano essere costruiti e potenziati in palestra. Un’idea, purtroppo, malsana.
Aveva provato a dare un’altra motivazione Stefano Fiorini, ex presidente dell’associazione preparatori. Il calcio del Belpaese è troppo tattico e la tattica inibisce, non promuove. C’era e c’è, inoltre, il problema degli scarsi fondi impiegati nella ricerca che vuoi o non vuoi influisce anche sul benessere dei giocatori.
Un fattore che evidenzia anche Stefano Rapetti, ex preparatore dell’Inter del Triplete e dello United di Mourinho. Le ridotte possibilità economiche di alcuni club non aiutano sicuramente. I club inglesi destinano il 10 per cento del fatturato allo sviluppo scientifico e tecnologico e di conseguenza hanno anche strumenti costosissimi per lo screening del corpo. Un’idea poco seguita in Italia. Il NordBord, ad esempio, che misura la forza della catena posteriore della coscia, ce l’hanno solo Milan, Juve e Roma, forse l’Inter.
I tanti infortuni tra l’altro, muscolari e non, non condizionano solo i club e la Serie A ma anche gli Azzurri, così come molte altre nazionali, che spesso devono fare a meno dei giocatori della massima serie italiana a causa proprio degli stop. Mancini, in questa seconda sosta internazionale, ha dovuto fare a meno di Immobile e Belotti.
Un problema non di poco conto, che riguarda tutti i club del campionato italiano e sul quale converrà investire tempo, ma anche denaro.
Alessandra Cangialosi